La Spagna come la Francia: si abbassano le previsioni per una vendemmia, quella del 2024, in salita. Se Oltralpe, secondo le stime al 1 ottobre, pubblicate dal servizio statistico del Ministero dell’Agricoltura, e andate in ribasso sugli ultimi rilevamenti, la produzione di vino nel 2024 è prevista a 37,5 milioni di ettolitri, in calo del 22% sul 2023 e del 15% sulla media quinquennale, nel Paese più grande della penisola iberica, e secondo esportatore di vino in volume al mondo, dietro all’Italia, la stima per il raccolto è di poco superiore ai 37 milioni di ettolitri di vino e mosto. Questa la cifra comunicata dal Consejo Sectorial Vitivinícola de Cooperativas Agro-alimentarias de España che ha di fatto abbassato le stime fatte tre mesi fa (39,7 milioni di ettolitri) con un calo, calcolato da WineNews, del 6,3%, anche se va considerato che le stime di luglio parlavano del +20% sullo scorso anno. La siccità ha, dunque, colpito duramente, e nuovamente, la parte orientale della Spagna, causando un raccolto molto basso, compensato dalle produzioni, nella media, nelle regioni di Castilla-La Mancha e Extremadura.
Facendo una panoramica su alcune delle regioni più importanti, in Castilla-La Mancha il caldo e il clima secco sono stati predominanti, ciò ha favorito la bassa proliferazione di malattie crittogamiche e la buona salute delle uve, fino alla fine della vendemmia. Il risultato è un raccolto con quasi 6 milioni di ettolitri in più di vino e mosto, con le cantine cooperative prevedono di produrre circa 5 milioni di ettolitri di mosto che contribuiranno a regolamentare e migliorare il mercato del vino. Male la zona de La Rioja, terroir prestigioso per i vini rossi, alle prese con una vendemmia difficile e molto breve a causa delle piogge di settembre, temporali isolati, sbalzi termici e frane. La seconda regione con i numeri produttivi più alti (dietro a Castilla-La Mancha che guida con una stima di 23 milioni di litri) è quella dell’Extremadura che ha avuto un buono stato vegetativo e prevede una produzione di 3 milioni di ettolitri, grazie alle piogge che hanno permesso alle viti, stremate dalla siccità degli anni precedenti, di beneficiare di una ripresa anche se ancora insufficiente, senza dimenticare i problemi specifici che si sono verificati con la zanzara verde. In Catalogna la situazione è stata molto irregolare, e l’impatto più grave si è registrato a Priorat, nella zona arida della Terra Alta e in altre regioni di Tarragona a causa della grave siccità. Molto preoccupante la situazione per il Cava, le bollicine più famose di Spagna, con le piogge primaverili che hanno salvato i vigneti di Camp de Tarragona e Penedés, la cui sopravvivenza era in pericolo, ma quest’anno difficilmente avranno produzione.
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