Un lungo fine settimana pieno di eventi, novità, “rumore” e attese, sulla sponda Roma-Sanremo, che, di fatto, aggiorna la protesta degli agricoltori, da un punto di vista della cronologia dei fatti, ma che non la placa, gettando, piuttosto, le basi su quello che probabilmente succederà nei prossimi giorni. Ad iniziare dalle promesse fatte, vedi Irpef agricola ma non solo, tema su cui c’è un confronto politico, nonché una spaccatura, perché c’è chi sostiene che l’esenzione dovrebbe essere univoca e non con il limite fino a 10.000 euro come avrebbe proposto la premier Giorgia Meloni. Di certo c’è che questo weekend ha portato comunque a dei “cambi di passo” nella protesta, sempre più divisiva tra Riscatto Agricolo e Comitati Riuniti Agricoli (Cra), i movimenti “motore” del malumore del settore ma che continuano a procedere autonomamente. Ad iniziare dalla “telenovela” del Festival di Sanremo che si è poi conclusa con la lettura di un estratto di comunicato da parte di Amadeus nella serata del venerdì, che ha peraltro registrato ascolti altissimi come tutto il Festival, offrendo, se pur per pochi secondi, un momento di visibilità enorme alla protesta: “ho espresso la mia disponibilità ad accogliere sul palco del Festival le ragioni dei contadini che in questi giorni stanno protestando per difendere giustamente i diritti della categoria che ritengono minacciata dalle nuove riforme europee del settore”, ha detto in diretta il conduttore e direttore artistico del Festival che poi sul palco ha letto un estratto di un comunicato condiviso con gli agricoltori presenti a Sanremo (il testo integrale nel focus in calce all’articolo), ribadendo, alla fine della lettura, la vicinanza agli agricoltori. Un testo che, comunque, non ha rappresentato tutte le voci della protesta, ma piuttosto quella di Riscatto Agricolo, visto che, come si legge su rainews.it, l’agricoltore sardo Fabio Pitzalis ha spiegato come “la lettera è concordata tra tutte le componenti di Riscatto Agricolo ed è il frutto del lavoro di tutti: c’è chi ha scritto, c’è chi ha buttato giù le idee”. Ma la non presenza sul palco degli agricoltori ha diviso, così come non tutti sarebbero soddisfatti dell’incontro con il Ministro Lollobrigida che, comunque, era una delle richieste del movimento. Si attende adesso l’ufficialità delle nuove misure da parte del Governo, dalla “retromarcia” sull’Irpef agricolo, alla proroga dell’obbligo di assicurazione per i mezzi agricoli, temi su cui c’è apertura, ma la “partita” più grande e su cui il dibattito si sta spostando è, forse, quella delle vendite sotto i costi di produzione, aspetto abbondantemente sottolineato anche nella lettera inviata a Sanremo. Le proteste, intanto, vanno avanti e si concentrano sulla Capitale, dove continua il presidio di Riscatto Agricolo (che, notizia di poco fa, starebbe incontrando nuovamente il Ministro Lollobrigida), i cui trattori, venerdì notte, sono sfilati anche lungo il Grande Raccordo Anulare, ma l’attesa è tutta per la grande mobilitazione di giovedì 15 febbraio al Circo Massimo di Roma, alle ore 15, sempre con i trattori, promossa dai Comitati Riuniti Agricoli (Cra), che sta continuando il proprio presidio. Il leader Danilo Calvani ha parlato di “momento storico”, lanciando un appello a tutti i cittadini per recarsi al Circo Massimo, appuntamento per cui già si parla di 20.000 presenze. Potrebbe rivelarsi un evento decisivo, capace di cambiare lo sviluppo di una protesta che va avanti da settimane e che, al momento, non sta indietreggiando di un metro nonostante la pioggia e il fango che si accumula nei presidi pieni di gente e trattori.
Focus - Il testo integrale inviato dagli agricoltori a Sanremo
“Gli agricoltori italiani pagano lo scotto di decisioni sbagliate non basate sulla scienza. Basti pensare a politiche comunitarie quali il green deal, la direttiva sulla qualità dell’aria o il regolamento sui fitofarmaci, fortunatamente ritirata dalla Commissione UE grazie alle nostre proteste; tutte queste politiche, a nostro avviso eccessivamente sbilanciate a favore dell’ambiente, vanno a discapito di tutta l’agricoltura italiana, con particolare riferimento alle piccole aziende.
Su queste questioni pesa poi la spada di Damocle dei prezzi pagati agli agricoltori. Ricordiamo a tutti che noi non possiamo programmare il prezzo di vendita dei nostri prodotti, perché siamo sottoposti ad un mercato drogato dalle speculazioni, dove il prezzo a noi pagato è un decimo di quello che pagano i consumatori. Per questo stiamo protestando in questi giorni: chiediamo una legge chiara che garantisca la giusta distribuzione del valore lungo la filiera agroalimentare, con reciproci benefici per i produttori agricoli e per i consumatori. I prezzi pagati agli agricoltori sono fermi da trent’anni, tanto che ai consumatori alcuni prodotti arrivano a costare fino a dieci volte di più.
Siamo l’unica categoria a non poterci basare sui costi di produzione a non poter applicare i costi, subendo tutti gli svantaggi del mercato e delle possibili intemperie della stagione, pur avendo costi alti e certi legati alla semina e alla produzione. Non stiamo ora a tediarvi elencandovi nel dettaglio quello che chiediamo, che abbiamo più volte spiegato alla stampa e portato all’attenzione della politica, ma vogliamo limitarci a trasmettere un messaggio molto semplice: noi agricoltori non siamo in piazza per chiedere aiuti o sussidi, ma solo per assicurarci che ci venga corrisposta la giusta remunerazione per il duro e insostituibile lavoro che svolgiamo quotidianamente, grazie al quale ogni cittadino può mangiare ogni giorno.
Questo purtroppo non avviene da tempo, tanto che oggi la maggior parte dei frutti del nostro lavoro è ampiamente sottopagato, con ricavi che sono abbondantemente inferiori ai costi di produzione. Protestiamo quindi per difendere la dignità di tutti gli agricoltori e per chiedere con forza che venga corrisposto il giusto alle nostre produzioni. Un Futuro all’Agricoltura e al Made in Italy. Tutto questo semplicemente perché senza agricoltura non c’è vita, non c’è sovranità alimentare, non c’è libertà; chiediamo solo la possibilità di continuare a onorare gli insegnamenti dei nostri genitori e dei nostri nonni, che con rispetto, amore e dignità ci hanno portato a coltivare il valore della terra e di ciò che rappresenta, con il solo e unico obiettivo di lasciare un mondo migliore ai nostri figli.
Concludiamo con un saluto all’Italia, alla Rai e a te Amadeus. Grazie per aver dato voce agli agricoltori nel tempio della musica italiana. Negli scorsi giorni abbiamo insistito nel voler salire noi stessi sul palco per un unico motivo: far vedere anche i nostri volti, facce pulite che rappresentano il futuro dell’agricoltura italiana e occhi appassionati di chi crede ancora che, citando Papa Francesco, non c’è umanità senza coltivazione della terra”.
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