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MINACCE

Dopo Peronospora, Oidio e caldo, c’è un altro nemico tra i filari di Francia: la Tignola

In Languedoc boom di larve già da metà giugno: tempistiche inconsuete, che preoccupano non poco i viticoltori
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La Tignola Rigata

Il nemico numero uno della viticoltura di Italia e Francia, in questa difficilissima estate 2023, è stata senza dubbio la Peronospora, che, da Bordeaux alle Regioni Adriatiche del Belpaese, favorita dalle abbondanti piogge cadute tra maggio e giugno, ha ridotto le rese in maniera sensibile. Non è, però, l’unico nemico della vite, anzi. Non mancano gli attacchi di Oidio, e caldo e siccità, protagonisti negativi del 2022, sono tornati a minacciare il Mediterraneo nelle ultime settimane che precedono la raccolta. Nulla di nuovo, a ben guardare, se non la portata della pressione di parassiti e muffe. L’ultima novità arriva dai filari della Languedoc, ed è un altro parassita, meno famoso ma non per questo meno pericoloso e fastidioso: il Cryptoblabes Gnidiella (conosciuta in Italia come Tignola Rigata), che si è insediato negli acini, già a metà giugno, quindi ben prima dell’invaiatura, una tempistica decisamente inconsueta.

Nell’Hérault e nel Gard ha già fatto danni importanti, come riporta il magazine francese “Vitisphere”, e da parte dei viticoltori c’è una certa preoccupazione, perché la Tignola deposita le uova sugli acini, le larve si insediano quindi all’interno del grappolo e si nutrono delle bacche in maturazione, provocando danni irreparabili ed aprendo anche la strada a funghi e marciumi. “Nelle annate precedenti non avevamo mai osservato larve prima dell’inizio della maturazione. Quest’anno, dal 13 giugno, ne abbiamo viste in alcuni frutti ancora verdi”, racconta Paul Hublart, capo del Dipartimento di Viticoltura della Camera dell’Agricoltura. “Nessuno ha spiegazioni chiare. Quello che è certo è che abbiamo ancora molto da scoprire sul ciclo biologico di questo parassita”.

Il numero delle larve, da lì in avanti, è continuato a crescere, arrivando a contarne “fino a 30 per 100 grappoli, con a volte diverse larve in diversi stadi nello stesso grappolo”, continua Paul Hublart. Nell’ultima ricognizione, del 7 agosto, in alcuni vigneti il numero di larve è arrivato addirittura a 170 ogni 100 grappoli, numeri che potrebbero portare, potenzialmente, alla perdita del 30% del raccolto. Contro il Cryptoblabes Gnidiella esistono trattamenti efficaci, ma come sempre bisogna essere tempestivi, e tenere la pressione sotto controllo: generalmente, ricorda Cyril Cassarini, della Chambre du Gard è ottimale iniziare il trattamento otto giorni dopo aver superato le 20-30 farfalle per trappola.

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