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Dopo Tano Grasso, Antonino Caponnetto, Gino Strada e Don Luigi Ciotti, a ricevere il premio internazionale “Un Tartufo per la Pace” del Comune di San Giovanni d’Asso saranno i genitori del giovane ricercatore Giulio Regeni, ancora in cerca di verità

Saranno Paola Deffendi e Claudio Regeni, i genitori del dottorando italiano Giulio Regeni ucciso in circostanze tutt’altro che chiare in Egitto all’inizio dell’anno, a ricevere il Premio Internazionale “Un Tartufo per la Pace” 2016, che il Comune di San Giovanni d’Asso (uno dei Comuni a più alta vocazione tartufigena italiana, ndr) conferisce da anni a coloro che combattono l’ingiustizia e il crimine difendendo i diritti fondamentali dell’uomo - e che negli anni è stato conferito a personalità del calibro di Tano Grasso, Antonino Caponnetto, Gino Strada e don Luigi Ciotti.
La famiglia di Regeni è stata premiata per la determinazione e la fermezza con le quali si è battuta (e si sta battendo) per ottenere la verità sulla morte di Giulio, un cittadino italiano che ha pagato con la vita la sua voglia di essere parte attiva in una società senza confini, e il suo impegno a migliorare le condizioni di equità sociale in un paese squassato da sommovimenti sociali senza precedenti, sia prima che dopo la fu “Primavera Araba”.
“Il premio - ha sottolineato il sindaco di San Giovanni d’Asso, Fabio Braconi - è anche un modo per rilanciare la campagna Verità per Giuglio Regeni, promossa da Amnesty International per non permettere che l’omicidio del giovane ricercatore italiano finisca per essere dimenticato, o peggio, destinato restare una delle tante inchieste in corso senza speranza di individuare i colpevoli. Anche la nostra piccola comunità si unisce alla richiesta di tanti enti locali, dei principali comuni italiani, delle università e di altri luoghi di cultura del nostro Paese”.

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