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E' A DIETA UN EUROPEO SU CINQUE, IN MAGGIORANZA SONO DONNE: LO RENDE NOTO UN'INDAGINE A CURA DI EUROBAROMETRO

Negli ultimi dodici mesi un cittadino europeo su cinque, in prevalenza donne, si è messo a dieta con l’obiettivo di perdere peso e ritornare in forma. Lo rende noto la Coldiretti sulla base dell’ultima indagine Eurobarometro sulla salute e l’alimentazione della Commissione Europea, dalla quale emerge che si sente sovrappeso il 38% degli europei che ritengono nella quasi totalità (95%) che questo rappresenti un rischio per la salute. Se è vero che meno del 30% degli europei esercita attività fisica intensiva, i buoni propositi per il futuro riguardano soprattutto la volontà di cambiare le abitudini alimentari, errate per mancanza di tempo, variando il menu con un maggior consumo di verdure e una riduzione dei grassi.
Ma la maggioranza sostiene di non riuscire a farlo da soli: l’85%dei consumatori ritiene che le autorità pubbliche debbano intervenire più attivamente contro l’obesità che per nove cittadini su dieci è determinata nei bambini anche dalla pubblicità dei prodotti alimentari e delle bevande. In Europa si stima che 400mila ragazzi perdano ogni anno la forma fisica con oltre 14 milioni di giovani considerati sovrappeso (dei quali tre milioni obesi). Le malattie collegate direttamente all’obesità sono responsabili di ben il 7% dei costi sanitari dell’UE poiché l’aumento di peso è un importante fattore di rischio per molte malattie come i problemi cardiocircolatori, il diabete, l’ipertensione, l’infarto e certi tipi di cancro. La preoccupazione che si sta diffondendo in Europa coinvolge direttamente anche l’Italia dove su 5 milioni di obesi 800mila sono affetti da obesità grave secondo i dati divulgati nel Congresso Nazionale di Chirurgia dell'Obesità dal quale è emerso anche che le spese socio-sanitarie dell'obesità in Italia sono stimate in circa 23 miliardi di euro annui, per più del 60% dovute all'incremento della spesa farmaceutica e ai ricoveri ospedalieri.
La radicata cultura alimentare fondata sulla dieta mediterranea non ha “salvato” i giovani italiani secondo l’ Istat , come confermano i dati preoccupanti sull'aumento dei casi di obesità o soprappeso, dovuti a una non corretta alimentazione, che riguardano il 36% dei ragazzi attorno ai dieci anni, il valore più alto tra i Paesi Europei secondo una indagine Merrill Lynch. Per questo occorre intervenire nelle case e nelle scuole con una maggiore attenzione ai menu anche delle mense dove deve essere garantita la presenza di cibi sani come i prodotti tradizionali e la frutta e verdura locale che troppo spesso mancano dalle tavole delle giovani generazioni. Un obiettivo che può anche essere incentivato con l'aiuto dei nuovi distributori automatici di frutta e verdura snack che si stanno diffondendo e dove è possibile acquistare frutta fresca, disidratata o spremute senza aggiunte di zuccheri o grassi come alimento rompi-digiuno per una merenda sana alternativa al “cibo spazzatura”.
Anche di questo si parlerà all'inaugurazione dell’Ufficio Coldiretti Nutrizione e Sicurezza Alimentare, sabato 11 novembre 2006 alle ore 15,30 in piazzale Barezzi 3, a Parma presso l’Efsa, l’Authority europea per la Sicurezza Alimentare, con il compito di rilevare situazioni di rischio per le imprese e per il consumatore, elaborare proposte di intervento, raccordarsi con il mondo della nutrizione e valorizzare i prodotti delle imprese italiane.

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