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E DOPO LA PASQUA ... 2 KG IN PIU’ DA SMALTIRE PRIMA DELL’ESTATE. LO DICE COLDIRETTI, CHE RICORDA “IL MENU DI PASQUA HA PORTATO IN TAVOLA OLTRE 6.000 CHILOCALORIE A TESTA ...”. E LA CIA: “CON LA CRISI NON SI BUTTA VIA NIENTE, E SI RICICLANO GLI AVANZI”

La pioggia ha tagliato le vacanze, costretto gli italiani al chiuso e allungato i tempi trascorsi a tavola facendo lievitare cosi quest’anno il conto delle chilocalorie assunte con effetti sul peso che potrebbe essere aumentato anche più di 2 chili, per colpa delle festività. Lo stima la Coldiretti nel sottolineare come nonostante il taglio negli acquisti dettato dalla crisi il menu della giornata di Pasqua ha portato in tavola oltre seimila chilocalorie a testa, da smaltire prima dell’arrivo dell’estate.
A far salire il conto delle calorie - precisa la Coldiretti - si è iniziato la mattina con la colazione dove il tradizionale uovo sodo contiene 60 chilocalorie mentre cento grammi di salame corallina ne aggiungono altre 400. Per non parlare del casatiello napoletano che conta 400 chilocalorie ogni 100 grammi mentre per una fettina (100 grammi) di pizza ripiena con verdure sono 300 chilocalorie. A pranzo - continua la Coldiretti - un piatto di lasagne al ragù ne fornisce 600, le costolette di agnello 300, una fetta di colomba 400 chilocalorie che salgono a 600 se si preferisce la pastiera ai quali vanno aggiunti almeno cento grammi di cioccolato al latte dalla rottura dell’uovo che ne contengono 550 da accompagnare con un bicchiere di spumante con altre 200 chilocalorie.
Un ambiente conviviale che stimola anche qualche bevuta di troppo con un consumo superiore di superalcolici a elevato contenuto energetico. Un sovraccarico di energia accompagnato da una maggiore sedentarietà con le lunghe chiacchierate a tavola con parenti e amici favorite dal maltempo che - sostiene la Coldiretti - hanno ridotto il lavoro muscolare e provocato l’accumulo di peso.
La fine delle feste, il rientro e la ripresa della vita “normale” è per molti l’occasione per chiudere con i “bagordi” alimentari e mettersi in regola anche con l’aiuto dei prodotti di stagione che nei banchi delle botteghe e nei mercati degli agricoltori di campagna amica si trova in grande quantità e varietà. Dalle fave ai piselli, dai carciofi a tutte le insalate a pieno campo, dalle lattughe alle scarole fino alle indivie, ma anche cavolfiori, broccoli, asparagi, finocchi e sopratutto le gettonatissime fragole.
Una opportunità unica per i consumatori che - continua la Coldiretti - possono scegliere di acquistare produzioni nazionali fresche, genuine ed essenziali per una dieta ricca di vitamine che aiuti a depurare l’organismo e a ripresentarsi in forma sulla spiaggia. La Coldiretti , per aiutare le buone intenzioni, ha stilato una lista dei prodotti le cui proprietà terapeutiche e nutrizionali sono utili per disintossicare l’organismo e per accompagnare il rientro, in salute, alla normalità dopo gli stress dei viaggi e dei banchetti pasquali. La prima regola - continua la Coldiretti - è quella di preferire prodotti di stagione di origine nazionale da verificare in etichetta perché garantiscono maggiore freschezza, genuinità e sicurezza.
Tra la frutta da non dimenticare anche arance, mele, pere e kiwi mentre per quanto riguarda le verdure quelle particolarmente indicate sono spinaci, cicoria, radicchio, zucchine, insalata, finocchi e carote. Tutte le insalate e le verdure vanno condite - sottolinea la Coldiretti - con olio d’oliva extravergine, ricco di tocoferolo un antiossidante che combatte l’invecchiamento dell’organismo e favorisce l’eliminazione delle scorie metaboliche, e abbondante succo di limone che purifica l’organismo dalle tossine, fluidifica e pulisce il sangue, è un ottimo astringente e cura l’iperacidità gastrica. Ancora - conclude la Coldiretti - l’insalata conferisce volume e potere saziante con un apporto calorico estremamente limitato e assicura anche un certo contributo di vitamine, calcio, fosforo e potassio.

Focus - Cia & Pasqua: con la crisi non si butta via niente, una famiglia su due “ricicla” gli avanzi della tavola
La crisi riduce gli sprechi delle tavole di Pasqua e inverte la tendenza “sciupona” degli italiani. Quest’anno, complici le difficoltà economiche e il caro-benzina che ha infiammato anche i listini alimentari, una famiglia su due ha cambiato le proprie abitudini in cucina, comprando con più oculatezza ma soprattutto “riciclando” gli avanzi evitando la pattumiera. Lo afferma la Cia - Confederazione Italiana Agricoltori, spiegando che si tratta di un fenomeno positivo in un Paese come il nostro dove ogni anno finiscono nel bidone della spazzatura dai 10 ai 20 milioni di tonnellate di cibo, pari a 37 miliardi di euro, il 3% del Pil.
Gli sprechi maggiori si concentrano proprio durante le feste, Natale e Pasqua in testa - ricorda la Cia - quando si arriva a buttare fino a un terzo del cibo acquistato, in particolare latticini, uova e carne (43%), seguiti da pane (22%), frutta e verdura (19%), pasta (4%) e dolci (3%). Ma stavolta, nella settimana Santa, l’attitudine “dissipatrice” degli italiani ha fatto un po’ marcia indietro. Consentendo di “salvare” dalla pattumiera il 15% della spesa alimentare pasquale, per un valore di quasi 530 milioni di euro.
Aguzzando la fantasia, infatti, sempre più famiglie stanno imparando - sottolinea la Cia - come cucinare con gli avanzi di pranzi e cene. E non si tratta più solo di “riscaldare la minestra”, ma di creare piatti nuovi da quello che è rimasto nel frigo. Ad esempio con il pane raffermo si può fare il pangrattato, ma anche le bruschette, il pancotto e la pappa al pomodoro; con le verdure le torte rustiche, le zuppe e il brodo vegetale; con la cioccolata delle uova di Pasqua tanti dolci e ciambelloni; con la pasta e le uova le classiche “frittate di maccheroni”; con la carne rimasta le polpette, ma anche lo spezzatino o il cous-cous. Ma il vantaggio non è solo economico ed etico. Impegnarsi a non sprecare cibo è anche una scelta ambientale, visto che - ricorda la Cia - ogni tonnellata di rifiuti organici genera ben 4,2 tonnellate di Co2.

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