È il 1977 e il maestro Mario Soldati dà alle stampe un capolavoro dal titolo “Vino al Vino”, un “viaggio d’assaggio” attraverso le Regioni italiane, i vigneti e i vini. Quattro decenni dopo, Giovanni Soldati, figlio di Mario e anch’egli regista e sceneggiatore, compie il viaggio di ritorno, passando dal vino al pane, radice comune italiana per definizione. Un viaggio nella tradizione italiana, destinato a rimanere nella memoria, per chi lo scrive, per le immagini che riesce ad evocare, e perché i compagni di viaggi e testimoni di questa avventura sono Stefania Sandrelli, Ermanno Olmi, Francesco Rosi, Gino Paoli, Renzo Arbore, Enrico Vanzina, Ettore Scola, Maurizio Micheli, Nino Benvenuti, Michele Placido, Pupi Avati, Tinto Brass, Francesca Archibugi, Bernardo Bertolucci. Lo racconta in punta di penna “Pane al Pane. Storie di farina, vino e amori con gli amici di una vita”, il volume scritto da Giovanni Soldati, sulle orme del padre, protagonista domani, 28 marzo, al Ristorante Casato a Siena. Ad introdurlo, Stefania Sandrelli, una delle più grandi attrici italiane, compagna di una vita e con lui produttrice di vino in Chianti Classico, assieme agli amici Oscar Farinetti, patron di Eataly e autore della prefazione del volume, e lo scrittore e giornalista Duccio Trombadori, nell’atmosfera conviviale di una cena-degustazione, sulle note di Rocco Roca Rey, figlio e nipote d’arte.
Dal volume (Infinito Edizioni, pag. 112, prezzo di copertina 13,00 euro; www.infinitoedizioni.it) si sprigiona il profumo del pane fatto in casa nelle strade; il pane dei tempi della guerra e quello, ormai diverso perché “americanizzato”, degli Anni Cinquanta; il pane che accompagna le scampagnate al fiume di un tempo che non tornerà più e tanti altri ricordi di pane e di farina che fanno parte delle storie di vita dei compagni di viaggio di questo libro. Con loro il regista romano racconta la storia d’Italia in un viaggio indimenticabile, ognuno con la sua madeleine, da cui nasce una preghiera moderna per un Paese che è ancora unito nonostante si sia passati dal “dacci oggi il nostro pane quotidiano” a tempi difficili in cui “guadagnarsi la pagnotta” è un’impresa.
“Caro Giovanni, nel tuo libro si leggono storie bellissime di gente speciale - scrive Farinetti - il pane piace alla gente semplice e in genere la gente semplice è speciale. La tua idea di scrivere di pane è semplice e speciale, come semplice e speciale è stato tuo padre che ha scritto di vino. Voi Soldati non potevate che occuparvi di queste meraviglie e non potevate che farlo nel vostro stile, semplice e speciale allo stesso tempo. Aggiungerei beneducato. Grazie a entrambi”. “Il pane è buono comunque e dovunque, in ogni forma - dice Sandrelli - lo prediligo rispetto a qualsiasi altro alimento, anche quelli considerati più prelibati. Ma sì, lo ammetto: sono pane-dipendente e il pane è il mio caviale. E questo splendido libro è il companatico giusto per apprezzarlo ancora di più”.
Ad accompagnare la lettura ed i racconti, ed imbadire la tavola, sarà lo chef del Casato, Corneliu Cojocaru, esaltando il pane, cibo fondamentale per tutti i popoli che unisce ed aggrega, in ogni suo piatto. La cena si concluderà con una degustazione di sigari toscani abbinati alla grappa.
Info: www.casatoristorante.it
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