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E’ IL CLIMA AD ALZARE I PREZZI … CROLLO DEI RACCOLTI DEL 16%

Per i cambiamenti climatici si prevede una riduzione del 16% della produzione agricola mondiale per il 2020 con l’effetto di un aumento stabile dei prezzi internazionali: lo afferma la Coldiretti sulla base delle analisi dell’International Food Policy Research Institute, divulgate per la Conferenza sul cambiamento climatico di Bali.

Secondo l’Istituto - sottolinea la Coldiretti - è finito il tempo dei prodotti agricoli a buon mercato e dopo un lungo periodo con prezzi in continua riduzione si sta registrando una inversione di tendenza strutturale. Le cause sono da ricercare nei cambiamenti climatici che provocano una riduzione delle terre coltivate e un calo delle rese produttive, nella domanda crescente di prodotti alimentari a base di latte e carne da parte di paesi emergenti come India e Cina, ma anche nello sviluppo dei biocarburanti ottenuti dalle coltivazioni agricole.

Si tratta di una analisi coerente con quella dell’Ocse, secondo cui ci sono forti ragioni per ritenere che i prezzi rimarranno in futuro più alti, dal 20 per il manzo al 50 per cento per il formaggio. Le proiezioni sull’andamento dei prezzi dei cereali da qui al 2016 indicano che - sottolinea la Coldiretti - dopo i picchi registrati nel 2007, i prezzi scenderanno solo leggermente per assestarsi su quote comunque alte: il frumento sui 180 dollari a tonnellata, il mais sui 140 dollari a tonnellata, il riso sui 320 dollari a tonnellata e l’olio di semi sui 300 dollari a tonnellata. Su carne e latticini, le previsioni danno la carne a quota 300 dollari al quintale, la carne di maiale a 160 dollari al quintale, la carne di pollo a 170 dollari al quintale, il burro a 220 dollari al quintale, il latte in polvere sui 250 dollari al quintale.

“Si tratta - afferma il presidente della Col diretti, Sergio Marini - di uno scenario che prefigura un cambiamento delle gerarchie all’interno dell’economia e un ruolo nuovo e centrale da svolgere per l’agricoltura nei prossimi anni sia nella fornitura di beni alimentari che come opportunità per lo sviluppo di alternative energetiche questo deve significare una nuova attenzioni per sostenere la crescita del settore a livello nazionale e comunitario anche attraverso interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali del piano irriguo nazionale, campagne di informazione ed educazione sull’uso corretto dell’acqua, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico”.

Con una riduzione record dei raccolti per olio (-17%), vino (-12%), frutta e agrumi (-5,4%) i cambiamenti climatici - conclude la Coldiretti - si sono fatti sentire sulla produzione agricola “made in Italy” del 2007 dopo che sia l’inverno che la primavera avevano fatto segnare i rispettivi primati stagionali degli ultimi 200 anni per l’elevata temperatura mentre l’estate si era classificata per il caldo nella “top 10” dei due secoli sulla base delle analisi preliminari dell’Istituto di Scienze dell’atmosfera del clima del Cnr (Isac-Cnr).

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