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E LA CRISI DISSE: “ADDIO CENE DI AUGURI AZIENDALI”. FATTURATO DEL SEGMENTO NATALIZIO DEI RISTORANTI GIÙ DI QUASI IL 20%

Natale austero per i ristoranti. Se indagini d’ogni genere avevano indicato come le famiglie fossero nettamente orientate su cenoni e pranzi tra le mura domestiche, ora uno studio della Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) mette in luce che anche le aziende taglieranno dai loro budget la spesa per pranzi e cene d’auguri. La clientela business - che vale per Fipe un buon 16,4% nella ristorazione tradizionale - già ha fatto riscontrare un taglio dei coperti, nonché una sensibile riduzione della spesa media, almeno secondo otto ristoratori su dieci.
Per le Festività natalizie, quando appunto il ristorante diviene un luogo di riferimento per il tradizionale scambio di auguri tra manager, dipendenti e clienti - segmento di mercato vale 514 milioni di euro, il 19,9% del fatturato realizzato dal complesso della ristorazione tradizionale italiana nel mese di dicembre - il 2009 si sta rivelando ancora più critico. Il 63,6% dei ristoratori lamenta una flessione di pranzi e cene d’auguri da parte delle aziende, per un taglio del fatturato del 22,8% ed un valore di 117 milioni di euro. E già si vedono calare in acqua le prime scialuppe di salvataggio: un’impresa di ristorazione su tre ha adottato specifiche azioni di comunicazione e marketing verso la clientela aziendale creando appositi menu, garantendo sconti, promozioni e offerte speciali. Addirittura anche ristoranti “top” propongono prezzi di 40/60 euro, cifre usualmente praticate da esercizi di minor blasone.zBR>
Insomma anche il ristorante, soprattutto quando si tratta di clientela business, diventa flessibile su prezzo e prodotto. E loro, i clienti business, come reagiscono? In genere le aziende prediligono il menu fisso a quello alla carta (64,3%), la carne al pesce (42,9%) e, sul vino, un minore ricambio di etichette nel pasto (42,9%). E, soprattutto, ci si orienta verso cibi (14,3%) o vini (21,4%) più economici.

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