È partita dalle terre dell’Asti la nuova battaglia contro un nemico antico della vigna: lo Scaphoideus titanus l’insetto vettore della flavescenza dorata. Fino al 2 luglio i vignaioli piemontesi dovranno trattare le loro vigne applicando la norma nazionale che rende obbligatorio l’intervento. Ma per battere questa malattia della vite, che ha colpito in passato vaste zone vitinicole del Piemonte, e che non accenna a frenare la sua diffusione, occorre che tutta la filiera e i territori facciano un gioco di squadra non solo in difesa ma anche all’attacco. Ecco perché il territorio è unito in prima linea. “Le ricerche di questi anni hanno consentito di stabilire con più precisione in quali periodi l’insetto vettore è più vulnerabile. Quindi è cambiata anche la modalità dei trattamenti che possono essere più precisi e mirati” spiega Daniele Eberle consulente agronomo, uno dei tecnici che compongono la task force regionale contro la flavescenza dorata.
Il Consorzio dell’Asti Docg, infatti, con il Consorzio di tutela dei vini d’Acqui docg e Consorzio di tutela dei vini d’Asti e del Monferrato, ha promosso un progetto pilota destinato a monitorare tutti i 52 comuni dell’area del Moscato, ma che servirà anche a tutti gli altri territori. La finalità è migliorare la strategia di difesa dall’insetto vettore e della gestione degli incolti con vite selvatica limitrofi. Nella prima parte della stagione si sono eseguiti rilevi nei vigneti pilota per determinare la quantità e lo stadio dei giovani dell’insetto in modo da verificarne la presenza e meglio posizionare il primo intervento.
A partire da fine giugno saranno posizionate trappole cromo tattiche per la cattura e il censimento degli insetti adulti di Scaphoideus, per valutare il momento migliore per posizionare il secondo intervento. Ci sono tre nuclei di controllo a Cossano Belbo e in nove comuni limitrofi, a Nizza Monferrato e in altri 11 comuni della zona, ad Acqui Terme e quattro altri comuni.
Il progetto di difesa vede coinvolte le amministrazioni comunali, le organizzazioni professionali degli agricoltori con il coordinamento dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione (settore fitosanitario), affidato a Paola Gotta e Chiara Morone. Ad essi è deputato il compito della diffusione sul territorio attraverso la propria rete di contatti. Sono state attivate diverse consulenze scientifiche che vedono impegnati un pool di scienziati dell’Istituto di entomologia agraria dell’Università di Torino, Istituto di virologia vegetale del Cnr di Torino, centro di saggio Viticolo ed Enologico di Calosso.
E’ importantissima la capacità dell’intera filiera ed in particolare delle aziende vitivinicole di intervenire in maniera puntuale, mirata e coordinata. L’ordine di attacco è partito. E’ una battaglia da combattere per garantire alle vigne piemontesi (e non solo) di vivere e produrre in salute.
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