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E SE TRA AGRICOLTURA BIOLOGICA E CONVENZIONALE LA SOLUZIONE FOSSE UN SISTEMA IBRIDO? LO SOSTENGONO I RICERCATORI DELLA MCGILL UNIVERSITY E DELL’INSTITUTE ON THE ENVIRONMENT DELLA UNIVERSITY OF MINNESOTA IN UNO STUDIO PUBBLICATO SU “NATURE”

Agricoltura organica o convenzionale? La diatriba è in corso da anni, ma se la soluzione fosse un sistema “ibrido”? Lo sostengono i ricercatori della McGill University e dell’Institute on the Environment della University of Minnesota che, in uno studio pubblicato su “Nature”, hanno esplorato le potenzialità dei due tipi di coltivazione e della loro capacità di nutrire la crescente popolazione mondiale, tenendo conto anche della riduzione del danno ambientale.

Lo studio mira a far luce sul dibattito acceso tra coloro che sostengono che l’agricoltura convenzionale sia una minaccia che mina la biodiversità e le risorse idriche, e coloro che sostengono invece che l’agricoltura organica non sia in grado di coprire l’intero fabbisogno, rendendo gli alimenti non accessibili per la maggior parte della popolazione mondiale. La ricerca americana ha osservato che i raccolti provenienti da agricoltura biologica sono in media di quantità inferiore (fino al 25% in meno) di quelli da agricoltura convenzionale, soprattutto per quanto riguarda i cereali, mentre la resa è simile per legumi e piante perenni. “Per raggiungere una sicurezza alimentare sostenibile ci sarà probabilmente bisogno di tecniche diverse, tra cui quella biologica, convenzionale e possibili sistemi ‘ibridi’- hanno concluso i ricercatori dell’università americana - per produrre più cibo a prezzi accessibili, garantire il sostentamento per gli agricoltori e ridurre i costi ambientali dell’agricoltura”.

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