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ECCO I NUOVI COMPETITOR SUL MERCATO: L’EXPORT D’OLIO MAROCCHINO SCHIZZATO A +73% IN UN ANNO. AD “OLIO CAPITALE”, I PREGIUDIZI DA SFATARE E LE SOLUZIONI PER USCIRE DALLA CRISI DELL’OLEOLOGO LUIGI CARICATO

Dopo il via libera del Parlamento Europeo alla liberalizzazioni degli scambi commerciali tra Ue e Marocco, anche il mondo dell’olio d’oliva italiano è in fermento. Il piano olivicolo marocchino prevede investimenti per 1 miliardo di euro all’anno per i prossimi 10 anni e il raddoppio della superficie olivicola, arrivando a 540.000 ettari. Di questi nuovi scenari si è discusso oggi a Trieste ad “Olio Capitale”.

“Sono numeri che certo fanno impressione - afferma Antonio Paoletti, presidente della Camera di Commercio di Trieste - che devono preoccupare ma senza ingiustificati allarmismi. Il Marocco è il settimo esportatore di olio d’oliva al mondo, l’Italia è invece sulla piazza d’onore. Capisco bene che il +73% dell’export in un anno del Marocco desti ansie e timori ma l’Italia ha tutte le armi per poter rispondere a questa minaccia”.

L’export italiano di olio d’oliva nei primi 11 mesi 2011 è cresciuto del 7%. Ancor meglio hanno fatto gli extravergini a denominazioni d’origine, cresciuti di quasi il 13%. “Nell’evento “Olio Capitale” non pretende certo di offrire la soluzione a tutti i problemi del settore oleario italiano mi limito tuttavia a evidenziare - conclude Paoletti - come Trieste, per storia e tradizione, sia la porta per mercati importanti quali quelli mitteleuropei e quelli emergenti dell’Est”. Le esportazioni verso la Germania sono cresciute del 5,4% nei primi 11 mesi 2011, nei Paesi extracomunitari l’aumento della domanda è stato del 13,5%.

Uno sprone e un vero proprio vademecum per risollevare e ricompattare il comparto oleario, tra pregiudizi da sfatare e soluzioni per uscire dalla crisi e per affrontare le nuove sfide internazionali, nel documento in allegato “Non ci può essere altro olio al di fuori di quello italiano” di Luigi Caricato, oleologo e scrittore. E intanto l’appello lanciato ieri ad “Olio Capitale”: “non lasciamo morire la ricerca oleicola italiana”, nel convegno “Con gusto, le strade della tipicità e della qualità verso l’estero”, raccoglie già i primi consensi. “Molte conoscenze sono state acquisite circa la chimica, la biochimica applicata agli aspetti nutrizionali, salutistici e sensoriali dell’olio - dichiara Gianfrancesco Montedoro, presidente dell’Accademia nazionale dell’Olivo e dell’Olio - In parte, da questo punto di vista, sono stati ottimizzate le variabili di processo riguardanti l’estrazione e la conservazione dell’olio. Da decenni il mercato soffre di un’offerta eccessiva di extra vergini comuni provocando una caduta netta dei redditi dei produttori. Al riguardo s’invoca una profonda ristrutturazione o impostazione di nuovi impianti senza disporre di dati sulla validità o meno di queste innovazioni ed eventuali possibilità di renderli tali. Da qui la necessità di trovare risorse in tal senso”.

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