L'industria alimentare italiana è molto grande (fattura 103 miliardi di euro) ma è estremamente polverizzata: ne fanno parte oltre 7.000 aziende. Risultato? Un'inesorabile avanzata dei gruppi stranieri che hanno dimensioni e forza per acquistare le aziende italiane. Come rivela un'indagine svolta dalla società di consulenza Icm Advisors, la presenza delle società estere è già molto consistente nella grande distribuzione: le catene francesi Auchan e Carrefour e i tedeschi della Metro insidiano Coop, Esselunga, Conad. E questo rischia di penalizzare i produttori locali a vantaggio delle multinazionali. Oggi i marchi italiani controllati da aziende straniere sono almeno 11, tra cui molti nomi storici: Surgela, Algida, Locatelli, Invernizzi, Lievissima, Recoaro, Fuggì, Ferrarelle. In alcuni settori la presenza degli stranieri è fortissima: come nei surgelati (valore complessivo di 1,9 miliardi di euro), dove i gruppi esteri hanno ormai una quota del 65%: nei gelati (1 miliardo di valore) con il 68%; nelle bevande analcoliche (2 miliardi) con il 70%; nella birra (1,1 miliardi), con il 60%. Non sono messi meglio i settori formaggi (2,2 miliardi) e acque minerali (1,3 miliardi), dove gruppi esteri controllano, rispettivamente, il 60% e il 54% del mercato. A questo fenomeno si aggiunge il problema della contraffazione dei marchi "made in Italy", che vale almeno 2,6 miliardi di euro.
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