Mangiare bene è a suo modo un’arte e in Italia, “culla” di tanti prodotti simbolo della Dieta mediterranea, lo sappiamo bene. Ma sedersi a tavola e assumere gli alimenti giusti non è scontato, specie in una quotidianità dove gli orari frenetici e la tentazione di affidarsi al “mordi e fuggi”, che a volte può far rima con poco genuino, è un fatto reale. La soluzione da applicare, anche in questo caso, potrebbe essere quella della prevenzione e quindi far capire, iniziando dalle nuove generazioni, il valore fondamentale di un’alimentazione corretta. La scuola può essere l’habitat ideale per iniziare e l’intenzione del Governo è proprio quella di accelerare questo processo nei vari istituti. “Bisogna imparare da bambini - ha detto il Ministro della Salute Orazio Schillaci, in visita nei giorni scorsi al Museo vivente della Dieta Mediterranea a Pioppi - che mangiare in modo corretto e sano significa migliorare il proprio stato di salute. Per questo sono impegnato affinché la prevenzione, a partire dalla sana alimentazione e dall’attività fisica, trovi spazio adeguato proprio nelle scuole. La Dieta Mediterranea è parte del nostro patrimonio culturale e dobbiamo fare in modo che siano sempre di più gli italiani che aderiscono a questo modello alimentare sano, che salvaguarda la biodiversità e che è economicamente sostenibile”.
Intanto il Ministero della Salute, nella prima Giornata Nazionale del Made in Italy, nei giorni scorsi (il 15 aprile, ndr) ha realizzato, insieme alla Federazione italiana delle società mediche e scientifiche, una guida con indicazioni per seguire un’alimentazione corretta e sana secondo i principi della Dieta Mediterranea con un focus specifico sui bambini e sugli anziani.
“Come Federalimentare sposiamo totalmente quanto sostenuto dal Ministro della Salute, Orazio Schillaci, d’intesa con il Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, di introdurre nelle scuole lo studio dell’educazione alimentare basato sui principi della Dieta Mediterranea”, ha dichiarato in una nota il presidente Federalimentare, Paolo Mascarino, aggiungendo come “questa proposta va nella direzione da sempre auspicata dall’industria alimentare, che sostiene che l’educazione ad una sana alimentazione e ai corretti stili di vita passi da un insegnamento corretto e costruttivo: non tanto allarmando i consumatori con la distinzione tra “cibi sani” o “cibi non sani”, concetto privo di validità scientifica, quanto sulla promozione positiva alle “diete sane”, con un giusto equilibrio nella somministrazione di tutti gli alimenti, nelle giuste porzioni”. Per Mascarino “trasformare materie prime in prodotti dal gusto straordinario, unici e inimitabili non è una competenza che si può acquistare sul mercato ma che deve nascere e svilupparsi nelle scuole e crescere nelle imprese. Il know-how che caratterizza l’industria è frutto di molteplici personalità leonardesche, capaci di conciliare una profonda competenza tecnica con uno straordinario spirito artistico. Parliamo di un ingegno tipicamente italiano, che occorre saper trasferire alle nuove generazioni evitando di disperderlo. In questo senso l’avvio del liceo del made in Italy può essere il luogo didattico-formativo per eccellenza dove creare gli imprenditori alimentari del domani, che sapranno conservare, preservare e promuovere nel tempo e, di generazione in generazione, il nostro “saper fare” che ci rende unici nel mondo”.
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