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SEGNALI DI RIPRESA

Effetto annata: corrono gli ordini del Brunello di Montalcino, tra Riserva 2015 e vendemmia 2016

Il Consorzio guidato da Fabrizio Bindocci: “fascette di Stato a +37% sui primi 3 mesi 2019”. Ok gli Usa, dove sta ripartendo la ristorazione

Per i territori del vino, le grandi annate, anche i tempi difficili per le economie del mondo, possono fare la differenza. Soprattutto se si parla di vini che, per loro natura, non sono destinati ad un consumo immediato, ma ad invecchiare ancora qualche anno nelle cantine di collezionisti e ristoratori, prima di potersi esprimere al meglio. Discorso che calza a pennello per il Brunello di Montalcino, che arrivato sul mercato con le eccellenti e celebratissime Riserva 2015 e soprattutto annata 2016, vede correre gli ordini, almeno a giudicare dalle fascette di Stato per le bottiglie pronte alla vendita, “polverizzando i precedenti primati. Nel complesso, il primo trimestre 2021 ha chiuso con un incremento del 37% sul 2020 - sottolinea il Consorzio del Brunello di Montalcino - ed a +23% sulla media degli ultimi 10 anni. In particolare, dopo un primo bimestre a +19% sul pari periodo (Covid free) dello scorso anno, il mese di marzo è stato di gran lunga il migliore del decennio, con un +92% sulla media riscontrata dal 2011 ad oggi.
“Non è retorica affermare come le nostre ultime due annate, tra le migliori di sempre sul piano qualitativo, si stiano rivelando anche più forti della tragedia che stiamo vivendo - ha detto il presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci - i numeri dicono che nel 2020 le bottiglie immesse sul mercato erano state il 12% in più dell’anno precedente, e ora, dopo i successi riscontrati sulla critica internazionale, stiamo facendo i conti con una nuova annata che da metà novembre a oggi fa registrare consegne per oltre 5,2 milioni di bottiglie, che equivalgono a quasi la metà dell’intera nuova produzione in commercio nel 2021”.
Secondo il Consorzio del Brunello di Montalcino, in forte crescita sono segnalati in particolare i mercati esteri di sbocco della Docg, a partire dalla storica domanda statunitense che sta riaprendo la propria ristorazione.
Un ruolo fondamentale lo ha giocato proprio la critica internazionale, che ha preparato il terreno e creato l’attesa per un prodotto che, commercialmente parlando, rappresenta un must have per i collezionisti, gli appassionati e l’alta ristorazione statunitense e di tutto il mondo.

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