02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

EMERGENZA CIBO: DAL LATTE AL PROSCIUTTO E’ ALLARME IN EUROPA. AL VIA I RAZIONAMENTI DEGLI ALIMENTI SUGLI SCAFFALI DEI SUPERMERCATI ... DI SCENA DOMANI A BRUXELLES IL FORUM INTERNAZIONALE COLDIRETTI/STUDIO AMBROSETTI

Le principali catene di supermercati inglesi hanno iniziato a razionare le vendite di riso, gli allevatori tedeschi hanno interrotto le consegne di latte alle industrie con effetti anche in Italia che importa il 40% del proprio fabbisogno e dove è già partito lo sciopero del prosciutto che farà mancare Parma, San Daniele e altri prodotti tipici della salumeria dagli scaffali. Lo afferma la Coldiretti nel sottolineare che gli effetti dell’emergenza cibo internazionale si fanno sentire anche in Europa dove insieme all’aumento della spesa potrebbe presto cambiare il menu’ sulle tavole per lo stop alle forniture di molti prodotti base per l’alimentazione a causa dell’esplosione dei costi di mangimi ed energia negli allevamenti.

Lo sciopero indetto dagli allevatori della Germania si sta allargando a macchia d’olio in tutta Europa con le adesioni di Olanda e Svizzera alle quali sta per aggiungersi l’Italia che importa oltre 2 miliardi i chili di latte e crema di latte dall’estero e dove è in corso un duro braccio di ferro sul prezzo da riconoscere agli allevatori alla stalla per coprire l’esplosione dei costi di produzione. Se nelle principali industrie multinazionali del vecchio continente, che vendono formaggi e yogurt in tutto il mondo, sta cominciando a mancare il latte che gli allevatori del nord Europa preferiscono trasformare in polvere nelle proprie cooperative, in Italia è a rischio oltre alla distribuzione del latte fresco anche la produzione dei formaggi tipici come il grana padano che assorbono buona parte della produzione nazionale.

Nonostante in Italia, nel primo trimestre 2008, si sia verificato un aumento dei consumi in quantità e in valore dei prodotti lattiero caseari, con record di incrementi in valore del 19,1% per il grana padano e del 9,6% per il latte fresco (con un forte incremento dei prezzi al dettaglio), agli allevatori - denuncia la Coldiretti - viene proposta un inaccettabile riduzione dei compensi. Il rischio è l’estinzione il latte italiano che viene prodotto dagli allevatori ad un prezzo - in Lombardia dove si produce il 40% del latte italiano - di 0,42 euro al litro che moltiplica di quasi quattro volte (+281%) prima di arrivare sul banco del negozio a 1,6 euro al litro. Negli ultimi venti anni - sottolinea la Coldiretti - sono scomparsi i tre quarti degli allevamenti italiani che si sono ridotti da oltre 180.000 a poco più dei 45.000 attualmente in attività che con 1,8 milioni di mucche garantiscono una produzione di latte di 10 miliardi di chili ad alta qualità e costi competitivi.

Ma di fronte all’impossibilità di far di far crescere maiali italiani di qualità che vengono pagati poco piu’ di un euro al chilo, ben al di sotto dei costi di produzione, sono a rischio di chiusura anche - sottolinea la Coldiretti - le stalle in cui si allevano gli animali destinati al Parma, al San Daniele fino al Culatello di Zibello. Specialità che potrebbero presto mancare dalle tavole dopo che gli allevatori hanno proclamato, dal primo giugno, lo sciopero del prosciutto con il quale si sono impegnati a non consegnare maiali ai macelli e a consegnarli privi del certificato che ne consente la trasformazione in prodotto a denominazione di origine (Dop).

Un’azione che rischia di provocare la scomparsa di prosciutto e salumeria certificata “made in Italy” dalle tavole degli italiani resa necessaria - sottolinea la Coldiretti - di fronte all’insostenibile forbice tra prezzi al consumo e alla produzione dove sono drasticamente aumentati le spese per l’alimentazione degli animali con un balzo fino al 30% dei costi di cereali e oleaginose (principali componenti della dieta alimentare dei maiali) ai quali si sono aggiunti rincari anche nelle spese energetiche e la necessità di investimenti nelle strutture e nei mezzi aziendali per ottemperare agli obblighi comunitari.

Le difficoltà - continua la Coldiretti - riguardano anche i cereali con la catena di supermercati Lild, presente anche in Italia, che ha iniziato a razionare le vendite per cliente ad una massimo di 5 pacchi da un chilo o di due pacchi da dieci chili nei punti vendita in Inghilterra, per garantire a tutte le famiglie la possibilità di acquistare riso, secondo quanto riferito dalla Bbc. Oltre alla tedesca Lidl, altre catene di supermercati hanno iniziato a porre vincoli alle vendite sul mercato inglese come la danese Netto che - sottolinea la Coldiretti - permette l’acquisto di una sola confezione di riso formato famiglia alla volta mentre altri grandi gruppi come Tesco hanno adottato misure restrittive in singoli punti vendita.
Di fronte all’emergenza cibo, l’Europa ha il dovere - sostiene la Coldiretti - di adottare una politica agricola coerente con l’esigenza di garantire l’approvvigionamento con una produzione alimentare di qualità al giusto prezzo per imprese e consumatori. Un modello di sviluppo sostenibile, economicamente e socialmente, per superare le distorsioni del commercio e rispondere al nuovo quadro di riferimento caratterizzato da un volatilità dei prezzi per effetto dall’ aumento della domanda, dai cambiamenti climatici, dalle speculazioni finanziarie.

Di questo si occupa il Forum Internazionale, promosso da Coldiretti/Studio Ambrosetti a Bruxelles, il 3 giugno, su “Allarme cibo, l’Europa risponde”, in contemporanea all’apertura della Conferenza Fao sull’alimentazione a Roma: ne prenderanno parte, insieme al presidente nazionale della Coldiretti Sergio Marini, rappresentanti delle Istituzioni comunitarie e nazionali, con gli interventi del Commissario Europeo per l’Agricoltura Mariann Fischer-Boel, del vice presidente del Parlamento Europeo Mario Mauro, del vice presidente della Commissione europea Antonio Tajani, insieme a rappresentanti delle forze economiche e sociali, ma anche scienziati, economisti ed esperti di fama mondiale.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli