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EMERGENZA CIBO: LE SPECULAZIONI (SOLO SUL GRANO) BRUCIANO 60 MILIARDI. PROFITTI RECORD IN BORSA CON SU E GIU’ DEL 66 % IN 5 MESI

Dall’inizio 2008, le speculazioni sulla fame hanno bruciato 60 miliardi di euro solo per il grano con il prezzo che si è impennato del 66% per poi tornare rapidamente ai valori iniziali: emerso da uno studio presentato del Forum Internazionale “Allarme cibo, l’Europa risponde”, organizzato da Coldiretti e Studio Ambrosetti a Bruxelles.

Nell’incontro è emerso che dall’inizio 2008 il prezzo del grano ha iniziato ad aumentare per raggiungere il massimo storico di oltre 30 centesimi di euro per chilo (12,50 dollari per bushel) all’inizio di marzo per poi continuare con un andamento altalenante che lo ha riportato oggi al valore iniziale di circa 20 centesimi di euro per chilo (7,50 dollari per bushel), secondo le elaborazioni Coldiretti su dati del Chicago Board of Trade, che rappresenta il punto di riferimento per il commercio internazionale delle materie prime agricole.

Il grano - continua la Coldiretti - è il cereale più prodotto e consumato nel mondo dal quale dipende la sopravvivenza di miliardi di persone con un raccolto mondiale di quasi 600 milioni di tonnellate con le speculazioni sulle aspettative future che hanno provocato aumenti di prezzi al dettaglio, restrizioni commerciali e accaparramenti che hanno ridotto le disponibilità sul mercato con disordini ed emergenze alimentari in molti Paesi.

La finanziarizzazione dei commerci mondiali di cibo ha aperto le porte alle grandi speculazioni internazionali che stanno “giocando” senza regole sui prezzi delle materie prime agricole dove hanno provocato una grande volatilità impedendo la programmazione e la sicurezza degli approvvigionamenti in molti Paesi.

“Per dare stabilità ai mercati occorre investire - ha precisato il presidente Coldiretti, Marini - nell’agricoltura delle diverse realtà del pianeta, dove servono prima di tutto politiche agricole regionali che sappiano potenziare le produzioni locali da orientare al consumo interno per sfamare la popolazione. Gli ultimi mesi hanno dimostrato la grande vulnerabilità di un sistema impostato sulla liberalizzazione spinta del mercato che ha favorito una nuova “colonizzazione” dei paesi più poveri che sono stati indotti dagli alti prezzi ad esportare invece che a soddisfare il crescente fabbisogno interno”.

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