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EMERGENZA KIWI: “TASK FORCE” A FAVORE DEI PRODUTTORI COLPITI. COINVOLGERE L’UE. 500.000 TONNELLATE PRODOTTE SU 29.000 ETTARI, CON UN FATTURATO AL CONSUMO CHE SI AGGIRA ATTORNO AI 10 MILIARDI DI EURO. DOPO LA CINA, SIAMO I SECONDI PRODUTTORI AL MONDO

Tavolo di coordinamento a livello ministeriale con regioni, organizzazioni agricole e principali istituzioni scientifiche competenti, una “task force” operativa sul territorio, adeguate misure di indennizzo per i produttori (almeno 30 milioni di euro per i prossimi, quattro-cinque anni), coinvolgimento delle istituzioni comunitarie. Sono queste alcune delle iniziative da attivare in tempi rapidi per contrastare la grave emergenza che ha colpito nel nostro Paese la produzione di kiwi e che sono emerse nel corso di una riunione della Cia - Confederazione Italiana Agricoltori, che ha deciso di costituire un’unità di crisi per affrontare la drammatica situazione causata dal diffondersi della batteriosi che ha provocato pesanti danni alle colture.

Il kiwi è una realtà di primaria importanza della nostra agricoltura. L’Italia è il secondo paese produttore mondiale (superato da poco dalla Cina) e il secondo paese esportatore (dopo la Nuova Zelanda). Con oltre 500.000 tonnellate, raccolte su 29.000 ettari, la produzione di actinidia rappresenta il 6% della superficie frutticola nazionale e il 9% del fatturato. Il valore agricolo della produzione supera i 3 miliardi di euro e quello del mercato al dettaglio si aggira intorno ai 10 miliardi di euro.Oltre l’80% della produzione di kiwi è concentrata in 4 regioni (Lazio 32%, Piemonte 21%, Emilia Romagna 15%, Veneto 13%) nelle quali rappresenta un’economia di assoluto rilievo, sul piano agricolo e dell’indotto territoriale.

Oggi la coltivazione di kiwi è gravemente colpita dalla diffusione del “cancro batterico” (Pseudomonas syringae), che, segnalato in Italia dapprima nel Lazio, si è diffuso in tutte le più importanti aree produttive del nostro Paese, minacciando seriamente la conservazione e lo sviluppo della coltura. Con eccezionale virulenza e patogenicità, in pochi mesi la batteriosi ha pressoché distrutto gli impianti di kiwi a polpa gialla (actinidia chinensis) e colpito dall’8% al 30% degli impianti a polpa verde (actinidia deliziosa), a seconda delle zone.

Un’emergenza, quindi, che sta assumendo dimensioni allarmanti. La Cia da tempo ha sollecitato la creazione di un Tavolo di coordinamento, ma finora nulla è stato fatto. Anche gli interventi messi in atto dal ministero sono stati assolutamente inadeguati per rispondere a tutti gli aspetti economici, sociali e tecnico-scientifici della batteriosi del kiwi.

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