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GUERRA

Energia, grano e vino: il conflitto tra Russia ed Ucraina non fa bene a nessuno

Gli spazi per evitare un attacco di Mosca sempre più stretti. Sarebbe una catastrofe sotto ogni punto di vista: umano, etico, politico ed economico
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Il presidente russo Vladimir Putin

Con Angela Merkel fuori dai giochi, sta a Macron tessere la tela della diplomazia europea e provare ad evitare una guerra che sarebbe a dir poco disastrosa, sotto ogni punto di vista. Prima di tutto umano ed etico, perché qualsiasi conflitto armato è di per sé una tragedia ed una sconfitta. Poi politico, perché l’eventuale invasione della Russia nell’Ucraina orientale disegnerebbe uno scenario esplosivo e complesso. Infine, per quanto si rischi di essere tacciati di un certo cinismo, ci sono da considerare le ricadute economiche, che finiranno principalmente sul conto dell’Unione Europea, e quindi dell’Italia. In caso di conflitto armato, che secondo gli Stati Uniti è ancora una possibilità concreta, le ripercussioni saranno importanti, e toccheranno quasi ogni ambito economico. La Russia, del resto, è un partner importante per l’Italia, che si trova in una posizione decisamente scomoda, e certo non da oggi.

Secondo i dati del Ministero della Transizione ecologica, nel 2020, il 43,3% del gas naturale importato dall’Italia proveniva dalla Russia. Ma Mosca è anche il primo esportatore al mondo di grano, con il 4,4% della produzione che finisce proprio in Italia: 100.000 tonnellate nel 2021. E ancora di più ne è stato importato dall’Ucraina: 120.000 tonnellate. E non finisce qui, perché il 2021 ha riportato in alto, sulla rotta inversa, anche le spedizioni di vino italiano: nei primi 11 mesi 2021, l’export verso Mosca ha raggiunto i 135 milioni di euro, cui vanno sommati i 49 milioni di euro di vino spedito a Kiev. A qualche anno di distanza dall’annessione della Crimea, e dal conflitto del Donbass, mai esauritosi, i venti di guerra tornano a spirare ancora più forti. E se l’Europa prova a fare da paciere, è solo in un vertice tra Putin e Biden (ad oggi, ancora lontano) che si può trovare una soluzione condivisa. L’Italia, per i tanti motivi che abbiamo scritto, fa il tifo per la pace, consapevole che nuove sanzioni Ue alla Russia significano contraccolpi enormi per l’economia tricolore, dal vino all’energia, passando per le materie prime agricole.

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