Entro il 2050 il mondo ha bisogno di produrre il 60% in più di cibo, e tre quarti delle 800 milioni di persone che vivono in estrema povertà si trovano in aree rurali, due circostanze che rendono necessaria una trasformazione dell’agricoltura nei paesi in via di sviluppo. Lo afferma il “Rural Development Report” presentato oggi a Roma dal Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (Ifad, www.ifad.org). Il rapporto si basa sullo studio di 60 Paesi in via di sviluppo, 39 dei quali hanno già in atto una trasformazione dell’economia che include anche l’agricoltura. “La sfida dello sviluppo rurale è decisiva per il futuro dei paesi in via di sviluppo e di centinaia di milioni di poveri, ma è anche una sfida determinante per noi - ha sottolineato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni durante la presentazione alla Farnesina - riguarda anche la capacità di incidere su problemi globali come i cambiamenti climatici, o il controllo dei flussi migratori”. Nel mondo 2,5 miliardi di persone dipendono da piccole aziende agricole che producono l’80% del cibo consumato in Asia e Africa subsahariana. “Il rapporto - ha sottolineato Kanayo Nwanze, presidente dell’Ifad - dimostra la necessità di un approccio molto più integrale e olistico nei confronti dell’economia”.
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