Italia e Francia sono, da sempre, competitor sul mercato del vino. Ma hanno sempre più punti di contatto, a partire dai grandi enologi francesi alla corte dei produttori del Belpaese. E così, se due casi eccellenti della spumantistica sono quelli di Richard Geoffroy, storico ex chef de cave del mito di Champagne, Dom Pérignon, oggi da Bellavista, icona del Franciacorta, e Cyril Brun, ex chef de cave di Charles Heidsieck, ed oggi di Ferrari, riferimento del Trentodoc, non mancano le consulenze avviate in Italia da un “mostro sacro” come Michel Rolland (da Caprai, a Montefalco, a Tenuta di Biserno, senza dimenticare le consulenze passate in Ornellaia e Masseto, a Bolgheri), che da qualche anno ha lasciato la direzione delle operazioni della sua azienda a Julien Viaud, al suo fianco dal 2006, così come quelle di Stéphane Derenoncourt, che, con la Derenoncourt Consultants, segue, tra le altre, Scopone, a Montalcino, Campo alla Sughera e Tenuta Argentiera, a Bolgheri, La Massa, nel Chianti Classico, e Inama, nel Soave. Solo per citare gli esempi più celebri, ai quali ora si aggiunge quello prestigioso di Eric Boissenot, una delle stelle di Bordeaux, figlio d’arte di Jacques Boissenot, braccio destro di Émile Peynaud, già consulente di quattro dei cinque Premier Cru di Bordeaux - Latour, Lafite-Rothschild, Margaux e Mouton-Rothschild - che firma i nuovi vini di Tenuta Fratini, ultima avventura imprenditoriale di Corrado e Marcello Fratini, della celebre famiglia fiorentina della moda (che hanno sviluppato, negli anni, marchi come Guess e Calvin Klein), in quella terra di Bolgheri di cui si sono innamorati.
I Fratini sono arrivati a Bolgheri nel 1999, dove hanno “fondato la Tenuta Argentiera, per un progetto legato alla passione per il vino di mio padre Corrado - racconta, a WineNews, Ludovica Fratini, responsabile marketing Tenuta Fratini - che da inesperto inizialmente si è fatto guidare da Piero Antinori, amico di famiglia”. Argentiera, poi, è stata venduta nel 2016, ma la passione per il vino e per Bolgheri, “terra di vini eccellenti e di paesaggi bellissimi, non è passata, e abbiamo dato vita ad uno nuovo progetto. Quello della Tenuta Fratini. Un progetto partito nel 2016, con tre anni di studio approfondito di tutti i terreni”.
Per la mappatura del suolo Tenuta Fratini si è avvalsa della consulenza all’avanguardia di Nelson Muñoz Jara, di AgroPrecision, e di quella di Françoise Vannier, di Adama Terroirs Viticoles. Il loro contributo ha permesso l’introduzione della tecnologia Mrs (Magnetic Resonance Sounding), un’innovativa tecnologia che ha portato a risultati straordinari nelle analisi del suolo, consentendo di comprendere a fondo le caratteristiche uniche e di selezionare quello più adatto a ciascun tipo di vitigno, e di ottimizzare quindi la produzione vinicola per garantire una qualità superiore. Ad essi si aggiunge il contributo di Xavier Choné, agronomo di fama internazionale con una vasta esperienza nel mondo del vino, esperto di mappatura e comprensione dei terroir, che ha contribuito a tracciare un solco indelebile nella cultura dei suoli del Médoc. La sua profonda conoscenza del terroir e la sua abilità nel migliorare la qualità dei vini hanno reso le sue consulenze preziose per numerose aziende vinicole, come ad esempio Château Léoville Las Cases, ispirando una nuova generazione di vignaioli e consolidando il suo status di esperto rinomato nel campo del terroir e della viticoltura. Senza dimenticare il lavoro di Pedro Parra, consulente vitivinicolo cileno di fama mondiale, diventato famoso per i suoi studi sulle radici profonde delle vigne e per la sua inconfondibile modalità di lavoro basata su scavi e scassi molto profondi nel vigneto.
“Dopo 3 anni di analisi, abbiamo piantato i vigneti, diversi in ogni appezzamento, e oggi ci sono 28 ettari vitati sui 1.000 totali della Tenuta, a Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot”. Tutti a Igt Toscana, oltre a 2 ettari rivendicati a Doc Bolgheri, per il momento in affitto. Ed oggi, stanno per arrivare i primi vini Doc Bolgheri firmati da Boissenot, senza dimenticare il lavoro di uno degli enologi italiani più in vista del momento, “Emiliano Falsini (Gruppo Matura), enologo che segue costantemente l’azienda, e che lavora a stretto contatto con Boissenot”, spiega ancora Ludovica Fratini. Perché, se l’Igt Toscana Clinio è già sul mercato con l’annata 2021, sempre con la stessa vendemmia, intorno ad ottobre, debutteranno i due Doc Bolgheri della Tenuta firmati dalla mano francese, Hortense (80% Cabernet Franc, 20% Cabernet Sauvignon) e Harte (72% Cabernet Franc, 21% Cabernet Sauvignon, 7% Merlot). E se la produzione di debutto, spiega ancora Ludovica Fratini, è intorno alle 30.000 bottiglie (23.000 per il Clinio, 3.000 per l’Hortense e 4.000 per l’Harte), “a pieno regime l’obiettivo è di arrivare ad una produzione complessiva di 120-130.000 bottiglie”.
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