02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

ESCE IN LIBRERIA “OSTERIE D’ITALIA” 2009, LA GUIDA DI SLOW FOOD CHE FESTEGGIA IL SUO COMPLEANNO N. 20. SONO 1696 I LOCALI RECENSITI, IL PIEMONTE È LA REGIONE CHE NE VANTA DI PIÚ

Un compleanno importante per “Osterie d’Italia” di Slow Food (www.slowfood.it): quest’anno si celebrano infatti i primi vent’anni dell’unica guida - la più venduta in Italia nel settore delle guide enogastronomiche - dedicata ai locali dove si pratica la migliore cucina regionale.
“Appartenevamo a una generazione che aveva fatto in tempo a vivere le ultime osterie storiche e, pur consapevoli che quei luoghi erano finiti insieme ai tempi che li avevano generati, ne sentivamo il valore sociale e umano”: Carlo Petrini, nella prefazione della nuova guida, ricorda come nacque la prima edizione del 1990. “Ciò che rimpiangevamo e cercavamo di riproporre - prosegue - era quello che l’osteria aveva rappresentato in termini di socialità, identità e convivialità”. Ed è quell’atmosfera che la guida, oggi come allora, vuole promuovere e soprattutto tutelare dal rischio dell’omologazione.
Paola Gho, curatrice della guida, ripercorre “la serie storica di migliaia di locali, centinaia di visite dirette, la vitalità di molti posti “storici” e quella di nuove imprese. Molti ristoratori - a ragione o a torto - hanno introiettato una sorta di “osteria modello” cui hanno cercato di uniformarsi; altri, in procinto di aprire un nuovo locale, ci hanno chiesto quali caratteristiche a nostro avviso avrebbe dovuto avere. A loro abbiamo risposto che occorre prima di tutto essere se stessi e puntare sulla semplicità”.
Se nella prima edizione del 1990 le schede che recensivano osterie, ristoranti, trattorie, enoteche, circoli e aziende agrituristiche erano oltre 700, quest’anno sono 1696 i locali consigliati e raccontati, in Italia e nel Cantone Ticino. Rispetto all’edizione 2009 sono state inserite 145 nuove osterie; inoltre, gli inserti dedicati alle specialità del “mangiare per strada” (come il pani ca meusa e gli sfinciuni in Sicilia) o che illustrano abitudini legate a radicate tradizioni locali (cicheti e ombre in Veneto, törggelen in Alto Adige, fornelli in Puglia e altri). Tutte le segnalazioni presenti nella guida sono caratterizzate dalla fedeltà ai sapori del territorio, da ambienti accoglienti e da prezzi corretti.
A testimoniare l’importanza e il piacere di una convivialità che vive attraverso il tempo, i lettori troveranno nella guida 2010, nell’anniversario, il ritorno delle prefazioni regionali che avevano caratterizzato la prima edizione. Sono firmate da nomi prestigiosi del mondo della cultura, del giornalismo e dello sport: personalità dalla storia individuale e professionale diversa, accomunate dall’attenzione per la cucina di territorio e la qualità.
Osterie d’Italia 2010 presenta, quindi, questo “libro dentro al libro”, proponendo i racconti di Marco Albarello, Folco Portinari, Lella Costa, Pietro Bianchi, Francesca Neri, Klaus Dibiasi, Alberto Sinigaglia, Tullio Avoledo, Maurizio Maggiani, Tonino Guerra, Massimo Cirri (conduttore radiofonico, autore teatrale e televisivo, autore della prefazione della Toscana), Enrico Vaime, Giovanna Marini, Neri Marcorè, Raffaele Colapietra, Antonietta Caccia, Alessandro e Giuseppe Laterza, Marino Niola, Gaetano Cappelli, Vito Teti, Roy Paci, Gavino Sanna.
La Chiocciola di Slow Food, “il riconoscimento più importante, assegnato alle osterie che ci piacciono in modo speciale per l’ambiente, la cucina, l’accoglienza”, come spiega Paola Gho, quest’anno è stata assegnata a 221 locali.
Il Piemonte, con 26 indirizzi, è la regione con il maggior numero di osterie premiate, davanti a Toscana (21), Lombardia e Campania (19), Veneto (18), Lazio (14), Puglia (13) ed Emilia Romagna (12); seguono Marche, Friuli Venezia Giulia e Sicilia (9), Alto Adige, Liguria e Basilicata (8), Abruzzo (7) e Trentino (6); chiudono Calabria (5), Umbria (4), Sardegna e Cantone Ticino (2), Molise e Valle d’Aosta (1).

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli