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EURISPES: SI DIMEZZA SPESA ALIMENTI, MA TRIPLICA PER SALUTE

“Soprattutto dopo i recenti scandali bisogna evitare che i risparmi sul cibo siano causa di problemi per la salute per via di una competizione basata solo sui bassi prezzi che riduce le garanzia di sicurezza alimentare”: lo afferma la Coldiretti nel commentare l’indagine contenuta nel Rapporto Eurispes 2006 dalla quale emerge che sono dimezzate “negli ultimi trenta anni in Italia le scelte di acquisto per prodotti alimentari e bevande analcoliche che passano dal 30 per cento della spesa totale del 1974 al 15 per cento circa del totale dei consumi nel 2003”.
Nello stesso arco di tempo - sottolinea la Coldiretti - è triplicata in percentuale la spesa in servizi sanitari a dimostrazione della stretta correlazione tra sana alimentazione e prevenzione che è stata anche recentemente confermata, in occasione della campagna “arance in 2500 piazze” promossa dall’Airc, dall’oncologo Umberto Veronesi secondo il quale il 30 per cento dei casi di cancro nasce a tavola. A partire dal Dopoguerra - precisa la Coldiretti - il peso della spesa per alimenti e bevande, rispetto ai consumi totali degli italiani, si è ridotto progressivamente e oggi i consumi a tavola sono diventati la seconda voce di spesa dopo quelli per l'abitazione e precedono ancora di poco quelli per i trasporti e comunicazioni.
Nel tempo - continua la Coldiretti - sono profondamente cambiati i rapporti di cambio tra i beni alimentari e gli altri beni di consumo e oggi un litro di latte costa quasi come una partita a un videogioco e un paio di scarpe costa come la spesa di una intera famiglia per una settimana. Si tratta di una evoluzione strutturale che - sottolinea la Coldiretti - va accompagnata con una maggiore trasparenza nelle informazioni necessarie ai consumatori per conoscere e scegliere consapevolmente non solo in funzione dei prezzi dei prodotti, ma anche attraverso un corretto sistema di etichettatura che garantisca la qualità e l'origine dei prodotti. Una esigenza nel mercato globale soprattutto alla luce delle recenti emergenze sanitarie (dalla mucca pazza dell'Inghilterra al pesce al mercurio, dal latte alla diossina del Belgio ai polli all'antibiotico del Brasile, dal grano canadese contaminato all’influenza aviaria) che hanno dimostrato come la difesa degli interessi dei consumatori non può fermarsi alla liberalizzazione dei mercato, ma - sostiene la Coldiretti - devono essere imposti requisiti di qualità e di trasparenza per tutti i prodotti alimentari e previsti meccanismi per la loro osservanza.
Di fronte alle emergenze sanitarie che si rincorrono per agevolare i controlli e valorizzare i primati qualitativi nazionali servono - continua la Coldiretti - misure strutturali con un sistema di etichettatura obbligatorio che indichi la provenienza e l'origine di tutti gli alimenti, come elemento di trasparenza per produttori e consumatori e a garanzia della sicurezza alimentare.
Bisogna evitare - continua la Coldiretti - che i prodotti di importazione realizzati spesso senza il rispetto di normali regole di carattere sanitario, ambientale ed etico vengano spacciati come Made in Italy e colmare quindi i ritardi presenti nella normativa nazionale e comunitaria che, anche per la mobilitazione della Coldiretti, ha già portato dopo l'emergenza mucca pazza all'etichettatura di origine obbligatoria per la carne bovina, per la frutta e verdura fresca, per le uova, il miele e il latte fresco.
Ma se la carta di identità è ormai una realtà per oltre il 50% della spesa, molto resta ancora da fare e - conclude la Coldiretti - l'etichetta resta anonima per carne di maiale, pasta, conserve vegetali e succhi di frutta, ma anche per l'extravergine di oliva con la possibilità di commercializzare olio ottenuto da miscele di origine diversa senza che questo venga indicato in etichetta.

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