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EXCURSUS SUL 2009 IN AGRICOLTURA: TRA CROLLO PREZZI DELLE COMMODITY, TRATTORI IN STRADA, QUOTE LATTE E DIFESA DEL MADE IN ITALY

Per l’agricoltura il 2009 non era cominciato tanto male: mentre il Pil nazionale arretrava sotto i colpi della crisi internazionale e l’Italia entrava nella peggiore recessione degli ultimi 15 anni, il valore aggiunto del settore primario vantava ancora a giugno un dignitoso, se pur minimo, segno più (+0,1 sul secondo trimestre 2008).
Era l’ultimo segno positivo di un anno destinato a farsi pesante soprattutto per gli agricoltori. A fine 2009, mentre l’intera economia dà i primi, timidi, segnali di ripresa, l’agricoltura prevede di chiudere l’anno con un valore aggiunto in flessione del 3% e un export alimentare a -6%. La crisi, tenuta a bada durante il 2008, è esplosa quest’anno aggredendo tutto il settore che si è trovato a dover affrontare il crollo dei prezzi delle commodity, la concorrenza dei falsi prodotti Made in Italy, e una contrazione dei redditi, già iniziata nel 2008 (-2,5%), diventata a due cifre nel 2009 con un pesante -25,3%.
Secondo i dati Eurostat di fine dicembre l’Italia è il paese dove la caduta dei redditi agricoli è stata fra i più gravi d’Europa, peggio è andata solo l’Ungheria (-35,6%). In questo quadro, il malcontento è sfociato spesso in manifestazioni pacifiche ma vivaci: al nord, soprattutto per il crollo del prezzo del latte, a sud per il crollo dei prezzi delle uva da tavola e delle olive.
Il primo forte segnale del malcontento degli agricoltori e degli allevatori arriva durante l’iter del decreto sulle quote latte destinato a ridistribuire quel 5% di quota di produzione di latte in più ottenuto da Bruxelles. Mentre il decreto prende la difficile via della conversione in legge (si finisce con il voto di fiducia e, durante il dibattito, Fini, per la prima volta in questa legislatura, minaccia la cosiddetta “ghigliottina”) gli allevatori, sotto le bandiere della Cia-Confederazione Italiana Agricoltori e di Confagricoltura (inedita alleanza fra l’organizzazione agricola tradizionalmente più a sinistra e quella degli imprenditori agricoli che un tempo venivano chiamati gli agrari), scendono con i trattori in strada, si dirigono verso Arcore residenza del premier e verso Gemonio residenza del leader della Lega, protestano davanti a Montecitorio, mentre le opposizioni accusano Zaia di aver predisposto una legge “salva-furbetti” che non premia chi ha rispettato le regole e favorisce gli “splafonatori” responsabili di multe costate all’Italia quasi 2 miliardi di euro. Modificato in alcune parti, il decreto diventa legge ai primi di aprile, ma nel frattempo la crisi del settore del latte sta dilagando in Europa. La causa è il crollo dei prezzi delle materie prime alla produzione, fra questi il latte fresco che alla stalla è sceso sotto i 28 centesimi di euro al litro. Il malessere del settore sfocerà con vere rivolte in Europa (soprattutto Germania, Francia e Belgio) e tonnellate di latte versato per le strade. In Italia ci saranno blocchi alla frontiera contro il latte “in nero” arrivato dall’est Europa e, negli ultimi giorni, i picchetti davanti a grandi industrie lattiero casearie come la Parmalat, durante la difficile trattativa sul prezzo alla stalla.
Meno eclatante mediaticamente ma altrettanto pesante, la situazione per altri comparti come l’olio con prezzi delle olive scese del 20-25% con pesanti manifestazioni in Puglia dove si produce più di 1/3 dell’olio italiano. A rinfrancare il mondo dell’olio, nel 2009 arriva l’etichetta d’origine che mette un argine alle miscele di oli provenienti da paesi terzi vendute per olio italiano.
Etichetta d’origine anche per il latte a lunga conservazione ma in questo caso il decreto ministeriale che la prevede non è ancora stato licenziato da Bruxelles.
Il 2009 è stato anche l’anno della difesa del Made in Italy agroalimentare dalle agro-piraterie e dalle frodi. L’imitazione, soprattutto all’estero, di prodotti italiani o che sembrano italiani, fruttano 50 miliardi di fatturato. Una battaglia che l’Italia sosterrà in sede Wto, insieme ad altri paesi di forte tradizione agricola come la Francia. “Il futuro dell’agricoltura è nella tutela dei prodotti e dei territori attraverso l’etichetta d’origine” è la convinzione del ministro dell’agricoltura Luca Zaia. Due testi di legge in questo senso sono al’esame del Parlamento.
Fonte: Ansa

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