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EXPOFOODITALY: A CACCIA DI 160 MILIONI DI CINESI PER LA FIERA CHE SI TERRA' A SHANGAI NEL GENNAIO 2007

Si chiama Expofooditaly ed è il primo esperimento di fiera in cui a Shangai, negli spazi fieristici della City, verranno ospitate imprese italiane dell'agroalimentare per promuovere il food italiano in Cina. L'intento dei promotori è quello di porre la manifestazione, presentata oggi a Roma, come veicolo di connessione tra le aziende italiane e i potenziali acquirenti (cinesi, ovviamente). Del resto, la Cina con oltre un miliardo e trecento milioni di abitanti costituisce più del 20% della popolazione mondiale e se si guarda alle statistiche, si evince che il 12-15% della popolazione è a livello di consumi europei con una crescita annua di oltre il 10%, vale a dire un bacino d'utenza immediato di oltre 160 milioni di consumatori. Le potenzialità, sottolineano gli organizzatori, pur parlando di una nicchia, sono tre volte superiori a quelle dell'Italia. Non solo genericamente di "food" si vuole parlare a Shangai ma anche di produzioni agroalimentari di qualità.
E' quanto auspica Cristiano Carocci, direttore generale della tutela del consumatore del Ministero delle Politiche Agricole, che ha ricordato come "già da due anni, il ministro Alemanno ha inserito la Cina nell'alveo dei Paesi da monitorare per le sue potenzialità di sviluppo". E' attesa la presenza di 600 imprese italiane, per altrettanti stand. Ci saranno criteri di selezione, "vogliamo portare in Cina - chiarisce Enrico Lo Bianco del comitato di coordinamento di Expofooditaly - imprese che abbiano le dimensioni e la capacità di soddisfare la domanda della nicchia alla quale ci rivolgiamo".
Una particolare attenzione sarà dedicata al settore del vino. Secondo le previsioni, infatti, nei prossimi quindici anni si avrà un incremento del 220% dell'import di vino. Già adesso, con l'abbattimento delle tariffe doganali l'importazione del vino in Cina è aumentato del 61,8% dall'Australia, del 27% dalla Francia e del 22,6% dagli Stati Uniti.
Questi dati confermano il fatto che i prodotti agroalimentari stranieri riescono a penetrare il mercato cinese e che "i cinesi sono molto pragmatici - spiega Francesco Sereni, direttore delle attività promozionali dell'Ice - quando una cosa gli piace la adottano facilmente, come è accaduto per la pizza, ormai alimento comune, peccato che mangino quella americana". Ma cosa ne pensano i cinesi? "Con l'annunciata visita di Prodi in Cina - risponde Zhang Limin, ministro consigliere dell'ambasciata cinese - tutto si potrà sviluppare meglio".

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