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EXPORT A +50% IN 10 ANNI, 1,6 MILIARDI DI EURO DI VALORE, 4.300 ALLEVAMENTI, 30.000 PERSONE: ECCO LA FOTOGRAFIA DELLA FILIERA DEL PROSCIUTTO DI PARMA. FUTURO? MERCATI EXTRA-UE E SINERGIA CON ALTRE DOP: COSÌ IL PRESIDENTE DEL CONSORZIO, PAOLO TANARA

Un export che galoppa aumentando negli ultimi 10 anni del 50%, passando dal 16% al 26% della produzione, un valore di 1,6 miliardi di euro, una filiera produttiva con 4.300 allevamenti suinicoli, 140 macelli, 3.000 addetti alla lavorazione nella Provincia di Parma, e un totale di 30.000 persone. Ecco la fotografia scattata dal Consorzio del Prosciutto di Parma, che per il futuro punta sulla qualità e sulle specificità che caratterizzano uno dei prodotti simbolo del made in Italy, rafforzando la presenza in tutti i mercati specialmente in quelli extraeuropei e facendo sistema con le altre Dop. Parola del presidente del Consorzio Paolo Tanara, riconfermato al vertice dell’organismo di tutela che raggruppa 160 aziende produttrici di Prosciutto di Parma.

“Il nostro principale obiettivo è e sarà sempre il prodotto - afferma Paolo Tanara - continueremo a puntare sulla qualità e sulle specificità che rendono il Prosciutto di Parma così famoso e apprezzato in tutto il mondo. Soltanto facendo leva sugli elevati standard qualitativi del nostro prodotto, possiamo mostrare al consumatore la sostanziale differenza tra il Prosciutto di Parma e un prosciutto generico; l’uno naturale e genuino con indubbie garanzie di tracciabilità, l’altro un prodotto completamente diverso senza alcuna sicurezza. Dal punto di vista quantitativo invece possiamo dire che il nostro impegno sarà quello di creare coerenza tra la produzione e la possibilità di assorbimento da parte del mercato. In accordo con l’intera filiera, convoglieremo ulteriormente i nostri sforzi affinché in sede comunitaria siano identificati gli strumenti atti a regolamentare i volumi produttivi per un’efficace gestione delle produzioni Dop”.

“Sul fronte internazionale - continua Tanara - rafforzeremo la nostra presenza in tutti i mercati e valuteremo con attenzione nuovi sbocchi commerciali puntando ai Paesi extraeuropei. In questi anni abbiamo costruito la nostra crescita all’estero principalmente attraverso differenziazione dei mercati ed espansione geografica. Abbiamo cioè cercato di superare i confini europei e conquistare nuove aree. E questa si è rivelata una strategia vincente. Per svilupparsi all’estero - conclude Tanara - e aumentare la forza di penetrazione è necessario fare sistema con le altre Dop”.

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