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SCENARI DI MERCATO

Export, anche la Borgogna in calo nel 2023: -6% in volume, stabile in valore. Ma è boom in Italia

+13% in volume e +20% in valore nel Belpaese. Ma il territorio guarda con fiducia al futuro, grazie ad una vendemmia 2023 generosa e di qualità

In un 2023 del mercato del vino difficile a livello globale, anche la “regina” Borgogna, ha segnato il passo nelle esportazioni, con un calo del 6% in volume sul 2022, a quota 87 milioni di bottiglie (in media con gli ultimi 10 anni), ma con valori medi che restano elevatissimi e che anzi sono cresciuti, visto che il totale ha segnato 1,5 miliardi di euro, sostanzialmente allo stesso livello dello scorso anno (-0,3%), e, per il quarto anno di seguito, si è mantenuto sopra 1 miliardo di euro. Merito anche dell’Italia: nel Belpaese, nel 2023, le importazioni dei vini di Borgogna sono cresciute del 13,3% in valore, a 1,5 milioni di bottiglie, e soprattutto del 20,9% in valore, a 26,1 milioni di euro. Con l’Italia che rimane in valori assoluti un mercato ancora marginale (1,8% del totale del mercato in volume e 1,7% in valore), ma in netta crescita. Tra i principali mercati dei vini di Borgogna, gli Usa fanno -5,7% in volume (18 milioni di bottiglie) e +0,6% in valore (292,9 milioni di euro), il Regno Unito -4,6% in quantità (13,1 milioni di bottiglie) e +0,7% in valore (236,8 milioni di euro), mentre il Giappone segna -11,4% in volume (6,4 milioni di bottiglie), ma +1,4% in valore (139,2 milioni di euro). Dati comunicati dal Consiglio Interprofessionale del territorio, “Vins de Bourgogne”, a chiusura dei “Grands Jours de Bourgogne 2024”, edizione n. 17 dell’“Anteprima” dei vini del territorio, che ha portato in Borgogna 2.391 professionisti del settore da 58 Paesi (di cui il 60% stranieri, con la rappresentativa più nutrita che è stata quella italiana, con il 9,2% del totale).
Guardando più in dettaglio alle esportazioni, emerge come i vini di Borgogna sia ormai presenti in 175 dei 197 Paesi riconosciuti dall’Onu (con una aumento di 9 Nazioni nel 2023), e che i vini bianchi della Regione rappresentano il 64% del vino esportato in volume. Alcune Aoc ad alto volume, spiega “Vins de Bourgogne”, stanno recuperando quote di mercato nel 2023: Mâcon Régionale ha fatto +12%, 2023 rispetto al 2022, e Chablis e Petit Chablis +5,2%. Tuttavia, l’aumento dei ricavi dei vini bianchi nel 2023 sul 2022 (+23,6 milioni di euro, pari al 49% del fatturato totale della Borgogna) non compensa il calo delle vendite di vini rossi. Tra i vini bianchi, si segnalano le ottime performance in valore delle Aoc Chablis e Petit Chablis (+15,3 milioni di euro), dei vini delle Aoc del Mâconnais (+14,9 milioni di euro) e dei Grand Cru Aoc della Côte d’Or (+9,4 milioni di euro). Il Crémant de Bourgogne, ancora, rappresenta oltre l’11% (con un aumento di 2 punti percentuali sulla media quinquennale) di tutte le esportazioni di vino della Borgogna nel 2023 (+2,3% sul 2022).
La campagna 2023-2024, per i vini di Borgogna, sta partendo a rilento, con i buyers che aspettano di capire come evolverà lo scenario di mercato, complicato per tutti, tra inflazione, cambiamenti nello stile dei consumi, guerre e così via. Ma, in ogni caso, il territorio, tra i più prestigiosi del mondo, in assoluto, guarda al futuro con fiducia. Anche forte di una vendemmia 2023 decisamente positiva, sia in qualità, che in quantità, per 1,9 milioni di ettolitri (pari a 253 milioni di bottiglie), a +9% sul 2022 e +29% sulla media 2018-2022), con oltre la metà delle produzione fatta da vini bianchi (1,1 milioni di ettolitri, +5%), 518.846 ettolitri di rossi (+9%), 253.265 ettolitri di Crémant (+32%) e 5.563 di rosè (-2%). E con uno progetto importante di sostenibilità, “Wine Pilot”, una piattaforma che sarà a disposizione delle aziende dal 2 aprile 2024, che mira a portare alla neutralità carbonica entro il 2035. Con una riduzione del 60% delle emissioni di Co2, ed il restante 40% di emissioni che non può essere eliminato, attraverso azioni di compensazione, per una riduzione di Co2 stimata in 4,8 tonnellate per ettaro all’anno.

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