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EXPORT, IL BRUNELLO SI RAFFORZA SUL MERCATO ESTERO E GUARDA A NUOVI PAESI: CINA, RUSSIA E GIAPPONE. VENDITE IN USA (32%). CRESCE LA DOMANDA NEL NORD EUROPA. IL DISTRETTO DEL VINO DI MONTALCINO HA GIRO D’AFFARI DI 143 MILIONI DI EURO

La parola d’ordine è conquistare nuovi mercati. Dopo i buoni risultati del 2004 - sono 5.700.000 le bottiglie commercializzate - il Brunello di Montalcino, la Ferrari del vino italiano, scalda i motori e mira ad allargare e consolidare il proprio giro d’affari verso nuovi paesi. Russia, Europa dell’Est, Cina e Giappone sono le nuove mete, che si affiancano ai tradizionali mercati di riferimento come gli Stati Uniti (che assorbono il 32% della produzione), la Svizzera (13%), la Germania (11%) e il Canada (3,5%), dove le vendite si sono consolidate nel corso del 2004 nonostante la generalizzata fase di stallo che attraversa il vino italiano. Il Brunello non perde un colpo, e lo scorso anno ha fatto registrare crescite sostanziali anche nei Paesi del Nord Europa, come Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia. Il trend positivo 2004 è imputabile soprattutto al secondo semestre, in cui si sono registrate la maggior parte delle vendite. Sempre lo scorso anno il giro d'affari del distretto del vino di Montalcino ha raggiunto un business di circa 143 milioni di euro, pari a oltre 270 miliardi di "vecchie" lire. La buona performance e i futuri scenari internazionali sono i temi discussi in questi giorni nel corso di “Benvenuto Brunello” (18-19 febbraio a Montalcino), la kermesse che attira importatori, buyers e giornalisti di tutto il mondo per il debutto delle nuove annate - Brunello 2000 e Riserva 1999 - e per l’assegnazione del “rating” della vendemmia 2004.

La produzione media del Brunello è pari a 6 milioni di bottiglie l’anno (il numero varia a seconda della qualità dell'annata), di cui il 64% venduto all'estero, mentre il restante 36% è destinato al mercato interno: Toscana 4%, resto del Centro Italia 5%, Nord Italia 7%, Sud Italia 1%, Montalcino 19% (di cui il 10% con vendita diretta in azienda). Oltre a sua maestà il Brunello la produzione di vini di Montalcino annovera il Rosso di Montalcino Doc (3 milioni di bottiglie), il Moscadello Doc (50mila bottiglie), i vini bianchi e rossi della Doc Sant'Antimo (500.000 bottiglie), i "supertuscans" (500mila bottiglie) e i vini Igt (3 milioni di bottiglie). Dalle vinacce di Brunello si producono inoltre 250mila bottiglie di grappa. In tutto il territorio operano 240 produttori, di cui 183 imbottigliatori. Il 100% dei produttori - unico caso in Italia - sono iscritti al Consorzio del Brunello, l'organo di tutela e di controllo del vino di Montalcino. Complessivamente su 3000 ettari di vigneto ben 1900 sono iscritti all'albo del Brunello. In termini di superfici vitate, la dimensione delle aziende è per il 22% inferiore ad un ettaro, per il 29% compresa tra 1 e 3 ettari, il 15% tra 3 e 5 ettari, un altro 15% tra 5 e 15 ettari, il 9% si colloca tra 15 e 100 ettari, mentre solo l’1% delle aziende è sopra i 100 ettari di vigneto. Il Brunello è inoltre al top della classifica dei valori fondiari: la quotazione di un ettaro di vigneto di Brunello di Montalcino, secondo un'indagine sul mercato fondiario effettuata dall'Istituto Nazionale d'Economia Agraria (Inea), si attesta oggi sui 350mila euro, quasi 700 milioni di lire (ma talvolta i valori reali salgono anche a 4-500mila euro), uno dei valori più alti in assoluto e tra i leader nei fondi vitivinicoli a livello italiano e mondiale.

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