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LO SCENARIO

Export, il vino italiano sempre più in negativo: valori a -1,9% nei primi 9 mesi 2023 (sul 2022)

5,6 miliardi di euro, a volumi stabili. Crescono solo Uk, Germania, Francia, Paesi Bassi, Svezia, Austria e Russia. Crollo in Nord America e Asia
EXPORT, ISTAT, vino, Italia
Export, il vino italiano sempre più in negativo nel 2023 (ph: Rawpixel via Freepik)

A parità di volumi esportati, ovvero 1,5 miliardi di litri, continuano a calare i valori esportati, che si fermano a 5,6 miliardi di euro, con una perdita del -1,9%: è il bilancio, ancora negativo, delle esportazioni di vino italiano nei primi 9 mesi 2023 (sullo stesso periodo 2022), che emerge dai dati aggiornati, oggi, dall’Istat, analizzati da WineNews. Dati che virano nettamente in peggio, rispetto ai timidi segnali registrati sui dati aggiornati ad agosto 2023, che sembravano migliorare, seppur di poco, rispetto al periodo immediatamente precedente. A crescere, almeno in valore, sono solo pochi mercati della Vecchia Europa, tra cui Germania, Regno Unito, Francia e la sorprendente Russia, mentre sono in perdita a doppia cifra il Nord America, dove forse i problemi sono legati a qualcosa di più strutturale del semplice “destocking” da parte degli importatori, e l’Asia, dove la Cina continua la sua regressione, ma dove a perdere sono tutti i principali approdi orientali del vino italiano.
Guardando ai singoli Paesi, e partendo come sempre dai più vicini all’Italia, in Europa le buone notizie vengono dai mercati più importanti come la Germania, che fa +3,7% in valore, a 865,6 milioni di euro, ed il Regno Unito, a +3,5%, per 602 milioni di euro. Continua a crescere anche la Francia, che supera i 234 milioni di euro, con un robusto +13,8%, così come fanno i Paesi Bassi, a +4,5% per 171,7 milioni di euro, la Svezia, a +1% per 149,9 milioni di euro, l’Austria, a +4,4% per 101 milioni di euro, e la Russia, che con il +13% supera di poco i 106 milioni di euro di vino italiano importato. E qui, nel panel dei Paesi analizzati, che mettono insieme 4,7 miliardi di euro di esportazioni, oltre l’80% dell’export di vino italiano in valore, finiscono i segni positivi. Perchè se in Europa perdono qualcosa la Svizzera, a -1,4% (298 milioni di euro) ed il Belgio, a -3% (166,1 milioni di euro), e marcano nettamente in negativo Danimarca (-11% a 104 milioni di euro) e Norvegia (-8,8%, a 74,9 milioni di euro), le cose peggiorano, addirittura, uscendo dai confini continentali. Gli Usa, che restano comunque e di gran lunga il primo mercato del vino italiano in valore, accusano un -9,9% che fa fermare il conto a 1,3 miliardi di euro, e in percentuale fa ancora peggio il Canada, giù del -17,4%, a 286,6 milioni di euro. E il trend non cambia da Oriente: il Giappone, che resta la spina dorsale delle esportazioni enoiche tricolore in Asia, fa -11,2%, a 140,4 milioni di euro. Trend in linea con la (ben più grande) Cina, ancora in calo del -11,5%, a 69,7 milioni di euro. E se perde il -2,8% anche Hong Kong, che fin qui aveva tenuto, pur pesando per appena 19,2 milioni di euro, sembra già eclissarsi la stella della Corea del Sud, che nel recente passato aveva mostrato grandi segnali di crescita, ma che ora crolla del -34,5%, a 37,8 milioni di euro.
In questo quadro, così complesso e dalle tinte sempre più fosche, ovviamente, non mancheranno realtà che, quando guarderemo ai bilanci di fine anno, nei prossimi mesi, segneranno comunque una crescita, verosimilmente, anche nelle esportazioni. Ma il dato di fatto è che il sistema vino italiano, che, nelle esportazioni, negli ultimi 20 anni, ha sempre trovato la spinta per la crescita, è in difficoltà. Ed invertire la rotta, nel breve termine, appare tutt’altro che semplice.

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