A causa del Covid nel 2020 crescono solo le esportazioni Made in Italy dell’agroalimentare e delle medicine, mentre si registrano riduzioni in tutti gli altri settori. Emerge da una analisi della Coldiretti (su dati Istat) relativi ai primi 7 mesi del 2020. In controtendenza rispetto all’andamento generale, l’alimentare registra un +3,5%, secondo solo a quello dei prodotti farmaceutici (+10,9%). Una resistenza alla crisi sui mercati esteri che ha fatto diventare la filiera agroalimentare, con 538 miliardi di euro di valore, la prima ricchezza del Paese, reagendo meglio degli altri settori al drammatico impatto della pandemia da Covid-19.
Quella agroalimentare, evidenzia Coldiretti, è una realtà allargata dai campi agli scaffali che garantisce 3,8 milioni di posti di lavoro e vale il 25% del Pil grazie all’attività, tra gli altri, di 740.000 aziende agricole, 70.000 industrie alimentari, oltre 330.000 realtà della ristorazione e 230.000 punti vendita al dettaglio. Una rete diffusa lungo tutto il territorio che viene quotidianamente rifornita dalle campagne italiane dove stalle, serre e aziende continuano a produrre nonostante le difficoltà legate alla pandemia.
“L’emergenza globale provocata dal Coronavirus ha fatto emergere una consapevolezza diffusa sul valore strategico rappresentato dal cibo e sulle necessarie garanzie di qualità e sicurezza - afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini - l’Italia può contare su una risorsa da primato mondiale ma deve investire per superare le fragilità presenti e difendere la sovranità alimentare e ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali”.
L’Italia vanta una leadership indiscussa nell’Ue per la qualità alimentare con 305 specialità Dop/Igp/Stg, compresi grandi formaggi, salumi e prosciutti, riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, 5.155 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 60.000 aziende agricole biologiche e il primato della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari. E l’Italia è anche leader nella biodiversità. Sul territorio nazionale, spiega Coldiretti, ci sono 504 varietà iscritte al registro viti contro le 278 dei cugini francesi e 533 varietà di olive contro le 70 spagnole. Il Belpaese è il primo produttore Ue di riso, grano duro e vino e di molte verdure e ortaggi tipici della dieta mediterranea come pomodori, melanzane, carciofi, cicoria fresca, indivie, sedano e finocchi. E anche per la frutta primeggia in molte produzioni importanti: dalle mele e pere fresche, dalle ciliegie alle uve da tavola, dai kiwi alle nocciole fino alle castagne.
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