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FABBRICATI RURALI: È CAOS TOTALE. AGRICOLTORI IN GRANDE DIFFICOLTÀ. RITARDI & ADEMPIMENTI FUORVIANTI RICHIEDONO PROROGA PER REGOLARIZZAZIONE. LO CHIEDONO GLI AGRICOLTORI. IL DECRETO ATTUATIVO PUBBLICATO IL 21 SETTEMBRE HA SCADENZA IL 30 SETTEMBRE

“Per i fabbricati rurali siamo ormai nel caos più totale. Ritardi inammissibili e assurdi, adempimenti letteralmente fuorvianti stanno mettendo con le spalle al muro migliaia di agricoltori, che rischiano di subire danni rilevanti per colpe e responsabilità imputabili ad altri. Tutt’altro che chiusa la vicenda dell’Ici, la tegola di una regolarizzazione, per dir poco fantasma, si abbatte, infatti, sugli imprenditori che, secondo quanto prevede il decreto del ministero dell’Economia relativo all’accatastamento, hanno poco più di una settimana per rispondere alle richieste dell’Agenzia del Territorio. Una cosa che ha dell’incredibile”. Lo sottolinea il presidente della Cia - Confederazione Italiana Agricoltori, Giuseppe Politi, fortemente preoccupato per una situazione grave che va a rendere ancora più complesso il quadro in cui oggi sono costrette ad operare le imprese agricole, già alle prese con costi produttivi assillanti e una burocrazia opprimente.

“Da anni, purtroppo, la questione dei fabbricati rurali - afferma Politi - si sta trascinando in una condizione di perenne incertezza, a danno esclusivo degli agricoltori che vedono messo in discussione un loro diritto da un sistema burocratico che ignora totalmente i valori che devono essere alla base di un corretto rapporto fra individuo e Pubblica amministrazione”. Anche ora che con il decreto legge 70/11, convertito nella legge 106/11, è stata approvata una misura che tende a regolarizzare i fabbricati rurali accatastati con categoria diversa dalla A/6 (abitativi) e D/10 (strumentali), misura certamente non condivisa dalla Cia, gli agricoltori sono rimasti prigionieri di una situazione paradossale, dove solo a sette giorni dalla scadenza (30 settembre prossimo) è stato pubblicato (il 21 settembre) il decreto attuativo richiamato dalla norma, con relativa modulistica. Il termine per la presentazione della domanda all’Agenzia del Territorio è da considerare irricevibile da parte degli agricoltori, soprattutto perché - sostiene la Cia - solo in prossimità della scadenza si ha la possibilità di operare, quando, invece, già dal 13 luglio il provvedimento, che avrebbe consentito agli agricoltori di regolarizzare la propria posizione, poteva essere emanato e questo nonostante le ripetute sollecitazioni espresse da tutto il mondo agricolo. Sollecitazioni che si sono dimostrate inutili, così come inutili, in quanto non accolte, si sono rivelate essere anche le ragionevoli richieste di proroga fino ad ora avanzate. Sono diverse le criticità - rileva la Cia - che rendono obbligatoria la concessione di una proroga. In primo luogo gli allegati alla modulistica (b e c) non sono di semplice e rapida compilazione, né per il singolo contribuente né per gli addetti ai lavori dal momento che richiedono una rilevante quantità di informazioni (peraltro alcune non necessarie e pertinenti allo scopo di autocertificare i requisiti di ruralità). In secondo luogo - rimarca la Cia - si prevede che la domanda, compilabile con modalità informatiche tramite un’applicazione disponibile sul sito dell’Agenzia, debba anche essere presentata all’Ufficio provinciale competente dell’Agenzia del Territorio tramite consegna diretta, raccomandata con ricevuta di ritorno, fax o posta elettronica certificata. Per tale consegna sono stati concessi ulteriori 15 giorni.

“Pur volendo credere che questo paradossale scenario, al quale siamo giunti sia ascrivibile alla tumultuosa e sicuramente impegnativa attività normativa necessaria per superare questo periodo di crisi, non solo nazionale, che può avere in qualche modo distratto ed assorbito il legislatore e l’amministrazione finanziaria, sollecitiamo - afferma il presidente della Cia Politi - i Ministri dell’Economia Giulio Tremonti e delle Politiche Agricole Francesco Saverio Romano e i presidenti delle Commissioni Agricoltura di Camera dei Deputati Paolo Russo e del Senato della Repubblica Paolo Scarpa Bonazza ad intervenire per porre immediato rimedio ad una situazione che può avere conseguenze deleterie per l’imprenditoria agricola del nostro Paese”.

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