Un uso moderato di té offre una protezione contro le malattie vascolari e cardiache, contro alcune forme di cancro e contro le infezioni batteriche. E' quanto dimostrano i dati a disposizione secondo la Fao e che spiegano il boom del commercio del té. La produzione mondiale di té nel 2004 ha raggiunto quota 3,2 milioni di tonnellate, pari ad un incremento del 2%, secondo un rapporto dell'organizzazione internazionale, preparato per la riunione internazionale del Gruppo Intergovernativo del té, (Bali 20/22 luglio 2005) dove si esamineranno le tendenze del mercato mondiale e le prospettive nel medio periodo. In aumento anche le esportazioni mondiali di té e le importazioni nette. Sul fronte dell'export la crescita è stata del 4,4% per un totale di 1,47 milioni di tonnellate. Le importazioni nette sono invece aumentate dell'1,5%, per un volume di 1.42 milioni di tonnellate. Una tendenza che riflette, sottolinea la Fao, l'incremento delle importazioni da parte dei Paesi sviluppati: in testa l'Unione Europea che con 215.000 tonnellate importate ha registrato un +2.4%, seguono gli Stati Uniti con 99.000 (+5.3%) ed, infine, il Giappone che con 56.000 tonnellate ha registrato un 2%. Cina, Turchia, Kenya, Malawi, Sri Lanka ed Indonesia, sono i Paesi che hanno visto aumentare maggiormente le produzioni, bilanciando così la flessione registrata da Bangladesh e India. Il record produttivo se lo è aggiudicato la Cina con 800 mila tonnellate, seguita dal Kenya con 328.000 tonnellate (+11%) e dallo Sri Lanka con 309.000 tonnellate (+1,3%). Al quarto posto si trova la Turchia, dove la produzione è cresciuta di ben il 32%, per un totale di 205.431 tonnellate, mentre l'Indonesia è al quinto con una produzione di 170.000 tonnellate, pari ad un aumento dell'1,2%. Le esportazioni di té dalla Cina, pari a 282.000 tonnellate (+7%), sono state dominate dal té verde, che ha inciso per oltre il 75%del totale.
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