Il 2026 sarà l’anno dei custodi silenziosi della Terra: l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (Fao) ha acceso i riflettori su pascoli e pastori, pilastri invisibili della sicurezza alimentare e della lotta al cambiamento climatico. Con il lancio, nei giorni scorsi, dell’Anno Internazionale dei Pascoli e dei Pastori, l’Onu richiama l’attenzione sul valore di ecosistemi che coprono metà del pianeta e sulle comunità che li preservano, gestendo oltre un miliardo di animali - dalle pecore e capre ai bovini, camelidi, yak, cavalli, renne fino ai bufali - e tramandando saperi millenari. Non si tratta solo di paesaggi suggestivi: queste terre, dalle savane africane alle steppe asiatiche, dalle Ande alle praterie americane, custodiscono biodiversità, regolano l’acqua e immagazzinano carbonio, ma sono sotto assedio. Basti pensare che, pur rappresentando circa il 30% delle riserve globali di carbonio organico nel suolo, si stima che quasi la metà sia degradata, con conseguenze drammatiche per il clima e per milioni di persone che dipendono da esse.
“Dobbiamo ascoltare e dare potere a donne, giovani e organizzazioni pastorali affinché partecipino alle decisioni che plasmano le loro terre e i loro mezzi di sussistenza. Troppo spesso le loro voci restano inascoltate o ignorate e i loro contributi sottovalutati. Dobbiamo tutelare le terre da pascolo attraverso una governance responsabile, il ripristino e gli investimenti, e sostenere le persone che le custodiscono. Nel corso di quest’anno - ha dichiarato direttore generale Fao Qu Dongyu - l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura lavorerà a stretto contatto con i governi e tutti i partner per promuovere iniziative sulle terre da pascolo e sui pastori, perseguendo l’obiettivo dei Quattro Migliori: migliore produzione, migliore nutrizione, migliore ambiente e una vita migliore senza lasciare indietro nessuno”. In qualità di agenzia guida, la Fao coordinerà gli sforzi a livello mondiale per dimostrare come pascoli e pastori contribuiscano a economie rurali resilienti, alla sicurezza alimentare, alle soluzioni climatiche e alla conservazione e al ripristino degli ecosistemi.
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