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“FARE IMPRESA IN AGRICOLTURA”: IL PUNTO SUL MERCATO FONDIARIO E SU COME ORIENTARE GLI INVESTIMENTI LO TIENE CONFAGRICOLTURA IL 29 SETTEMBRE

Cambia la fotografia dell’agricoltura italiana. E ce lo ha segnalato il censimento dell’Istat, da cui emerge che l’8% delle imprese agricole gestisce il 63% dei terreni coltivabili. La concentrazione produttiva, negli ultimi dieci anni , ha fatto sì che 132.000 aziende, ognuna che opera su almeno 20 ettari di superficie, gestiscano quasi 8 milioni di ettari, dei 13 milioni complessivi. La struttura fondiaria è molto più flessibile rispetto al passato, grazie al maggior ricorso a forme diversificate di possesso dei terreni, orientate sempre più all’uso di superfici in affitto o gestite a titolo gratuito (la Sau in affitto cresce del 52,4%, quella in uso gratuito del 76,6%). Le cifre le ricorda, oggi, Confagricoltura, l’organizzazione delle imprese più strutturate del mondo dell’agricoltura italiana.

La competitività sul mercato globale impone un rafforzamento delle imprese che si interrogano sugli investimenti fondiari (sono possibili? come farli?), sulla forma giuridica di impresa (familiare, individuale, società), sul tipo di contrattualistica da utilizzare per aumentare i terreni coltivabili (affitto, accordi in deroga, nuove forme contrattuali), sul tipo di attività integrativa (l’impegno nel settore primario si va diversificando grazie alle agro-energie ma anche alla multifunzionalità), sulle forme di sostegno creditizio agli investimenti.

A tutte queste domande cerca di dare una risposta il convegno “Fare impresa in agricoltura. Scenari e prospettive per le forme di conduzione ed il mercato fondiario”, promosso dalle Confagricoltura di scena a Roma, a Palazzo della Valle (Corso Vittorio Emanuele 101), il 29 settembre. Le relazioni di docenti ed esperti approfondiranno le tematiche; chiusura del presidente Confagricoltura Mario Guidi. “Le imprese agricole, al di là delle emergenze e degli affanni del presente, devono impostare - sottolinea Guidi - la progettualità futura e orientare gli investimenti”.

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