Il tema delle denominazioni di origine del vino e dei prodotti agroalimentari, “è un tema che coinvolge direttamente il territorio piemontese insieme alle altre eccellenze agroalimentari, dai formaggi ai salumi, dalle verdure alla frutta alle preparazioni di cucina. I nostri vini sono uno degli strumenti di promozione del territorio più efficaci. È ora che se ne colga appieno la forza e l’utilità, sia in campo nazionale sia, soprattutto, in ambito internazionale”. Parole di Paolo Ricagno, presidente del Consorzio Vini d’Acqui, riferite al territorio piemontese, che guarda alla Liguria, ma che possono valere per tutta Italia, che hanno lanciato, nei giorni scorsi, “Fattore Comune”, rassegna sul tema delle denominazioni andata in scena Liguria tra i Comuni di Camogli, Recco e Sori. E che ha visto protagonisti, oltre al Consorzio dei vini d’Acqui, che tutela Brachetto d’Acqui Docg e Acqui Focg Rosé oltre al Dolcetto d’Acqui Doc, tanti altri prodotto Dop e Igp di tutta Italia come la Robiola di Roccaverano, l’olio della Riviera Ligure, la Focaccia di Recco, i salumi del piacentino e lo zafferano dell’Aquila. Kermesse il cui obiettivo è stato quello di ragionare, con rappresentanti dei Consorzi e delle associazioni di tutela, con esperti, giornalisti e anche istituzioni, sul ruolo delle denominazioni Dop e Igp per le comunità che le detengono. E a proposito di gusto alla rassegna ligure non mancheranno gli abbinamenti tra vini e piatti tipici.
L’Acqui docg Rosé, spumante brut a base di uve brachetto, sarà degustato insieme alla Focaccia di Recco, uno dei miti gastronomici della Liguria, mentre il Brachetto d’Acqui, da sempre uno dei vini aromatici dolci più celebrati del Piemonte, sarà proposto insieme a un altro dolce tipico piemontese, il Bunet (o Bonet), classico budino al cioccolato. Intanto a cura del Consorzio dei Vini d’Acqui, è partita la campagna social per Brachetto d’Acqui e Acqui docg Rosé, che sono protagonisti di fotografie e video con scenario Villa Prato, il relais de charme di Mombaruzzo, nell’Astigiano, che offre una location di stile affacciata direttamente sulle vigne.
Spiegano dal Consorzio: “il filo conduttore della campagna non è solo il legame tra vini e un territorio che l’Unesco, nel 2014, primo in Italia tra le aree di pregio vitivinicolo, ha decretato Patrimonio dell’Umanità. Si vuole sottolineare anche l’attualità della tradizione che dal classico Brachetto d’Acqui, celebrato vino dolce aromatico, si estende all’Acqui docg Rosé, spumante brut, naturalmente rosato, ottenuto da un solo vitigno autoctono autenticamente piemontese e italiano, interprete perfetto della grande storia della spumantistica italiana che è nata proprio in Piemonte nella seconda metà del 1800”.
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