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“Fauna selvatica: danni per milioni di euro alle aziende e agricoli ed incidenti sempre più frequenti sulle strade. Ma da Governo nessuno provvedimento per questa emergenza. Nel 2016 è necessario agire”. Così Cia - Confederazione Italiana Agricoltori

“Danni per milioni di euro alle aziende agricole e incidenti sempre più frequenti sulle strade, eppure dal Governo non è arrivato nessun provvedimento urgente per fronteggiare l’emergenza fauna selvatica. Non si può rimandare ancora: il 2016 porti finalmente ad affrontare in maniera decisa la questione per non ritrovarci al solito assurdo bollettino di guerra con l’elenco delle perdite e delle vittime”. Ecco l’appello del presidente della Cia - Confederazione Italiana Agricoltori, Dino Scanavino.
“Non è bastata, quindi, la mobilitazione nazionale lanciata nei mesi scorsi dalla Cia - si legge in una nota - diffusa e partecipata in tutte le Regioni con un documento “ad hoc” consegnato ai Prefetti per chiedere una riforma radicale degli strumenti a disposizione, né le proposte presentate a settembre ai ministeri delle Politiche agricole e dell’Ambiente - osserva Scanavino- e per questo ora la Confederazione, di concerto con Agrinsieme (Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari), torna a sollecitare le istituzioni per ricercare soluzioni al problema degli animali selvatici”.
“Servono urgentemente provvedimenti legislativi e attuativi per consentire da un lato la corretta gestione delle specie, in relazione alla capacità del territorio di sostenere la loro adeguata presenza nella logica della coesistenza sostenibile - sottolinea il presidente della Cia - e dall’altro misure realmente efficaci a favore degli agricoltori colpiti. Negli ultimi anni, infatti, è diventata sempre più difficile la convivenza sul territorio tra agricoltori e fauna selvatica, la cui consistenza numerica ha raggiunto livelli davvero preoccupanti, che mettono in serio rischio l’incolumità pubblica, oltre a causare danni economici pesanti alle aziende agricole”.
Numeri così grandi, secondo la Cia che richiedono interventi di prelievo selettivo rivolti all’effettivo controllo della massiccia presenza delle specie alloctone e invasive, degli ungulati e dei selvatici predatori che stravolgono l’equilibrio naturale e produttivo, nonché misure di abbattimento delle nutrie. “Siamo nell’ordine di decine di milioni di euro l’anno di perdite: basti pensare che, per esempio, la media annua dei danni da fauna selvatica riconosciuti ammonta in Toscana a 2,1 milioni - spiega Scanavino- in Emilia Romagna si arriva a 2,7 milioni, nelle Marche 1,1 milioni di euro mentre in Umbria i danni toccano 1,07 milioni. O che ogni anno, solo nelle regioni dell’arco appenninico, dalla Calabria alla Liguria, gli animali selvatici in branco uccidono dalle 2.000 alle 2.500 pecore”.
Numeri che spingono la Cia a “sollecitare, ancora una volta, interventi straordinari per riportare la presenza e la densità degli ungulati in equilibrio con il territorio. Bisogna adoperarsi con urgenza per il potenziamento degli strumenti di contenimento preventivo, per uno snellimento delle procedure e per potenziare i fondi per il risarcimento agli agricoltori coinvolti, considerato anche che oggi in molte Regioni questi coprono a malapena il 30% dei danni riconosciuti e spesso sono limitati solo alle cosiddette specie prioritarie”.

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