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Fauna selvatica, le misure di contenimento in manovra piacciono ad agricoltura e Regioni

Via agli abbattimenti controllati anche nelle aree urbane. Soddisfazione di Confagricoltura e Coldiretti, con il plauso della Conferenza Stato/Regioni
CINGHIALI, Coldiretti, Confagricoltura, MANOVRA, Non Solo Vino
I cinghiali in città, immagine sempre più consueta, che racconta un’emergenza

In una manovra finanziaria con tante voci (e tante modifiche in vista, come sempre, nel “Mille Proroghe” previsto per le prossime settimane), c’è una norma che, almeno sul fronte agricolo, piace a tutte le organizzazioni di categoria e alla Regioni, ovvero quella per il contenimento della fauna selvatica, ormai considerata un flagello non solo per i danni alle coltivazioni in campagna, ma anche in città, dove le immagini di branchi di cinghiali che scorrazzano per strade, parchi e giardini, causando anche problemi di sicurezza, non sono più una novità. E che, tra le altre cose, prevede la possibilità di abbattimenti controllati anche nelle aree urbane. “La decisione del Governo di procedere con un programma di abbattimenti la cui realizzazione sarà competenza del Comando Unità per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare dei Carabinieri, risponde alle richieste di porre un freno alla diffusione della specie selvatica”, commenta Confagricoltura, secondo cui “la proliferazione incontrollata di questi animali non è solo una minaccia per le attività agricole e per l’incolumità dei cittadini, ma è anche il principale viatico del temibile virus della Peste suina (Psa), vero incubo per l’intera filiera suinicola italiana. In tal senso, è importante che l’emendamento preveda l’analisi igienico-sanitaria dei cinghiali abbattuti. La Confagricoltura comprende e condivide la ratio alla base della decisione di estendere gli abbattimenti alle aree protette e urbane, anche nei periodi di silenzio venatorio e di divieto di caccia. La diffusione senza controllo della specie, ormai presente in molte città italiane, impone interventi di carattere emergenziale. Confagricoltura giudica positivamente anche il possibile coinvolgimento delle guardie venatorie, dei cacciatori riconosciuti, e degli agenti delle Polizie locali e provinciali con apposita licenza. La garanzia sulla sicurezza pubblica e sulla liceità e regolarità degli abbattimenti è garantita dalla competenza affidata all’Arma dei Carabinieri. Positiva, infine, anche la visione di lunga durata che ha l’emendamento con la previsione di un Piano straordinario quinquennale di gestione e contenimento della fauna selvatica”.
“Finalmente un provvedimento concreto per porre fine all’incontrollata moltiplicazione dei cinghiali in Italia dove se ne conta uno ogni ventisei abitanti, per un totale di 2,3 milioni di esemplari, che mettono a rischio la salute, il lavoro e la sicurezza degli italiani con un incidente ogni 41 ore causato dalla fauna selvatica”, dice invece il presidente Coldiretti, Ettore Prandini. “I branchi - sottolinea Prandini - si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con evidenti rischi per la salute. La situazione è diventata insostenibile in città e nelle campagne con danni economici incalcolabili alle produzioni agricole ma viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale senza dimenticare i rischi per gli allevamenti e il Made in Italy a tavola con la diffusione della peste africana”. L’invasione di vie e piazze da parte degli animali selvatici viene vissuta dai cittadini come una vera e propria emergenza, tanto che oltre otto italiani su 10 (81%), secondo l’indagine Coldiretti/Ixè, pensano che vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero anche perché un italiano adulto su quattro (26%) si è trovato faccia a faccia con questi animali. Negli ultimi 10 anni, peraltro, il numero di incidenti gravi con morti e feriti causati da animali è praticamente raddoppiato (+81%) sulle strade provinciali, secondo la stima Coldiretti su dati Aci Istat. “Se nelle città molti abitanti - conclude Coldiretti - sono costretti a vivere nella paura, nelle campagne la presenza dei cinghiali ha già causato l’abbandono di 800.000 ettari di terreni fertili che oggi, oltre a non essere più produttivi, sono esposti all’erosione e al dissesto idrogeologico”.
Positivo anche il parere della Commissione Agricoltura della Conferenza Stato/Regioni, come spiega il suo coordinatore, l’Assessore del Veneto, Federico Caner: “abbiamo il dovere costituzionale di salvaguardare il diritto alla salute, alla sicurezza e al lavoro dei nostri cittadini e delle nostre imprese, quindi ben vengano provvedimenti che contrastino il pericoloso e incontrollato proliferare della fauna selvatica.
La Commissione- spiega Caner - è intervenuta più volte presso i Ministeri dell’Ambiente e dell’Agricoltura per sottolineare l’insostenibilità dell’attuale sistema di gestione della fauna selvatica, ed in particolare degli ungulati. Abbiamo più volte richiesto un’azione organica di contenimento della fauna selvatica, ed in particolare del cinghiale, e quindi una riforma del sistema di vigilanza. Bene, quindi, gli interventi per pianificare e gestire in modo più efficace la tutela faunistica ed ambientale. La direzione è giusta ed è quella di assicurare anche la massima attenzione alle problematiche di carattere sanitario derivanti dalla fauna selvatica sugli animali d’allevamento, basti pensare ai danni già provocati dalla Peste Suina Africana ed ai controlli relativi sulla specie cinghiale. Nel contempo - aggiunge Caner - bisogna lavorare al rafforzamento ed estensione del prelievo di contenimento degli ungulati con fondi adeguati, prevedendo anche delle assicurazioni per l’incidentalità stradale da fauna selvatica, così come degli indennizzi adeguati per i danni provocati all’agricoltura. C’è anche l’esigenza di un riordino complessivo delle competenze in materia ittica e faunistico venatoria. Altro aspetto da rafforzare è la vigilanza venatoria, che vive una situazione di incertezza per le non adeguate dotazioni organiche. Riteniamo quindi che l’azione intrapresa dal nuovo Governo sia un passo importante nella direzione indicata dalle Regioni, fortemente sollecitate sul territorio da imprese e cittadini alla soluzione di questi problemi”.
“L’emendamento approvato dal Governo per il contenimento della fauna selvatica è una misura necessaria che era da tempo attesa dal mondo agricolo. Si tratta di una norma che mira a tutelare in modo realistico le ragioni del mondo produttivo sino ad oggi lasciato da solo a fronteggiare i danni provocati dal proliferare incontrollato della fauna selvatica”. Lo evidenzia anche il presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari Carlo Piccinini, esprimendo pieno apprezzamento per il via libera all’interno della manovra finanziaria dell’emendamento che apre alla caccia della fauna selvatica anche in zone in cui è vietata l’attività venatoria: “si tratta - prosegue Piccinini - di un’emergenza nazionale che, oltre a coinvolgere gli agricoltori e migliaia di aziende su tutto il territorio nazionale, ha ultimamente messo in serio pericolo anche i cittadini nei centri abitati. In modo concreto questo Governo dimostra di riuscire a trovare soluzioni di buon senso a problemi reali e quotidiani, prendendo le distanze da aprioristiche posizioni ambientaliste che non tengono conto del disequilibrio creato dal mancato contenimento della fauna selvatica, facendo entrare animali come i cinghiali in territori certamente non corrispondenti al loro habitat naturale”.

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