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FEDERALIMENTARE: “NEL MADE IN ITALY LA RICETTA VALE PIU’ DEGLI INGREDIENTI”

A rendere unico e eccellente, e per questo il più imitato, il made in Italy agroalimentare “è la ricetta, e cioè quella capacità, costruita sulla tradizione gastronomica italiana e sull’innovazione di prodotto, di selezionare, miscelare e trasformare le materie prime, a prescindere dalla provenienza, che ha fatto grande il nostro”. Lo ha sottolineato dal presidente di Federalimentare Gian Domenico Auricchio, nell’incontro-dibattito promosso dall’Unione Nazionale Consumatori per il Premio Vincenzo Dona 2009, dove ha ricordato come la normativa europea sulla sicurezza alimentare, peraltro in virtù di un regolamento voluto dall’industria italiana di settore, sia tra le più restrittive. Tuttavia, in un momento di crisi la normativa nazionale - a giudizio di Auricchio - “non deve essere in contrasto con la normativa europeo e ledere, paradossalmente, la competitività delle nostre imprese”. Il “a regole penalizzanti esclusivamente il Made in Italy” giunge anche dal segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona che, però, chiede “aiuto nel portare avanti la battaglia sull’etichettatura e la trasparenza a Bruxelles”. Una battaglia di trasparenza nei confronti del consumatore “sacrosanta”, secondo il vice presidente Cogeca (Confederazione generale della cooperazione agricola europea) Paolo Bruni, che ha sottolineato che “il 98% dei prodotti agricoli delle cooperative sono di provenienza esclusivamente italiana, secondo un recente studio presentato al Ministero delle Politiche Agricole”.

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