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FESTIVAL DEL PROSCIUTTO DI PARMA - PROSCIUTTO PARMA … PRODOTTO NON SENTE CRISI. PRESTO UNA NUOVA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE MIRATA A PROMUOVERE LA CULTURA D’ACQUISTO

Nonostante la crisi economica, sulla tavola degli italiani e nei ristoranti c’é più prosciutto di Parma Dop: prodotto che, secondo dati Nielsen negli ultimi 3 anni, ha visto aumentare la propria quota di mercato. Lo ha detto, al Festival del Prosciutto di Parma, il presidente del Consorzio Stefano Tedeschi, annunciando una nuova campagna di comunicazione mirata a promuovere la cultura d’acquisto.

Il crudo a denominazione del Consorzio, ha precisato Tedeschi, “rappresenta l’80% del prodotto tipico certificato, non esistono altri prodotti con una filiera così controllata. E con l’istanza di sicurezza alimentare crescente tra i consumatori è questo il valore aggiunto del Prosciutto di Parma”.

I prosciutti di Parma, prodotti da 167 aziende col marchio di garanzia del Consorzio, sono oltre 9,5 milioni, la maggioranza netta quindi dei 12 milioni il totale dei prosciutti made in Italy certificati. Il giro d’affari totale del crudo Dop parmense raggiunge 1.700 milioni di euro, dei quali 1.300 milioni sono le vendite in Italia.

“Ma gli italiani - ha lamentato il presidente del Consorzio - consumano 40 milioni di prosciutti l’anno; nella spesa quindi arrivano prodotti non certificati, da maiali esteri, e spesso stagionati sul territorio”. Più incoraggianti i dati dell’export, oggi al 10% per valore e 22% per quantità”. “E’ la percentuale doppia - ha sottolineato Tedeschi - rispetto a quanto raggiunto da altre tipicità made in Italy, un dato eccezionale se paragonato alla media dell'industria agroalimentare. Bene negli Stati Uniti che è gia il secondo mercato di sbocco pur essendo una frontiera aperta ai prosciutti da soli sette anni”. Presente in 60 Paesi, il prosciutto di Parma ha visto fiorire, nel 2007, i risultati in Francia (+5,6%), Usa (+17,8%),Gb (18,1%) e nel continente asiatico.

Il mondo della ristorazione russo e statunitense sono da oggi più vicini a Parma e all’Italia: nel Festival del Prosciutto di Parma la “cittadinanza onoraria gastronomica” è stata oggi conferita dal sindaco di Parma Pietro Vignali a due portabandiera dell’eccellenza agroalimentare made in Italy all’estero: Anatoly Komm, chef russo e proprietario di uno dei ristoranti più quotati di Mosca, e Piero Selvaggio, siciliano di origine e oggi presidente negli Usa del Valentino Restaurant Group.

Negli Stati Uniti, ha sottolineato Selvaggio, i gestori di ristoranti all’italiana hanno compiuto “negli ultimi 20 anni un lavoro di ricostruzione della cultura gastronomica tricolore. Solo 20 anni fa, la clientela chiedeva ham confondendo il cotto con il crudo. Ora hanno piena confidenza con la parola “prosciutto”, e oggi sulla scena principale è giunta la denominazione Parma. La mia clientela con il tartufo pensa ad Alba, con il prosciutto ha in mente Parma. E questo perché abbiamo capito che la cucina italiana si basa sulla qualità delle materie prime. E in particolare per il prosciutto il mercato negli Usa è esploso negli ultimi 7 anni, la domanda aumenta sempre, a prescindere dal prezzo, e nonostante il super-euro”.

Il mercato russo, ha sottolineato Komm, “é assolutamente pronto per accettare questo prodotto tipico italiano; il problema non è che il prosciutto occupi una nicchia alta di mercato, ma che i consumatori russi ancora intendono per prosciutto qualunque insaccato. Occorre, quindi, far riconoscere ai consumatori russi la dolcezza e il sapore unico del vero prodotto made in Italy per il quale provo una invidia, in senso buono, perché capace di esprimere la qualità di un territorio unico”.

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