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FESTIVITA’: ITALIANI RISPARMIANO SU REGALI E VIAGGI, MA NON SU TRADIZIONI ENO-GASTRONOMICHE. 3,2 MILIARDI PER CIBO E BEVANDE (-1% SU 2010). E FAMIGLIE NON VOGLIONO RINUNCIARE A PIATTI DELLA CUCINA. VINCONO PRODOTTI “TRICOLORI” LEGATI AL TERRITORIO

Non Solo Vino
La tavola di Natale

A Natale la crisi economica “taglia” regali e viaggi, ma non il cenone della vigilia. Nonostante le tredicesime più leggere e i rincari al dettaglio di alcuni prodotti per colpa dei ritocchi sull’Iva e sulle accise dei carburanti, le famiglie non rinunceranno alle tradizioni enogastronomiche e per il carrello alimentare delle festività alle porte manterranno quasi lo stesso budget del 2010. Lo afferma la Cia - Confederazione Italiana Agricoltori, in base alle rilevazioni compiute sulle intenzioni d’acquisto degli italiani in vista delle vacanze natalizie.

Secondo i primi dati a disposizione - spiega la Cia - quest’anno solo il 19% degli italiani spenderà meno per cibo e bevande, mentre ben l’81% lascerà praticamente inalterato il budget per il cenone della vigilia e per i pranzi di Natale e Santo Stefano. Più in dettaglio, ogni famiglia sborserà in media 140 euro per imbandire le tavole del 24, 25 e 26 dicembre. Con una spesa complessiva stimata in 3,2 miliardi di euro. Vale a dire solo l’1% in meno sul 2010.

Anche se lo spettro della recessione fa paura e il calo del potere d’acquisto è reale e diffuso - osserva la Cia - le famiglie italiane non rinunceranno a panettone, spumante, pesce, carne e pasta fresca. Preferendo piuttosto stringere i cordoni della borsa su regali e settimana bianca. Le spese per i doni natalizi subiranno una flessione del 3,5% sul 2010, mentre quelle per i viaggi diminuiranno fino al 7%.

D’altra parte - ricorda la Cia - la convivialità a tavola è assolutamente radicata nella cultura del Belpaese. E trascorrere i giorni di Natale a casa con la famiglia o gli amici è una tradizione consolidata per nove italiani su dieci.

Gli acquisti, però, saranno comunque più oculati - sottolinea la Cia - con prodotti e specialità enogastronomiche legate al territorio e alle tipicità regionali. Niente spese folli, quindi: salmone, ostriche, caviale e frutta esotica verranno consumate con il contagocce. Mentre ancora una volta lo spumante trionferà sullo champagne, con oltre il 95 per cento dei brindisi rigorosamente “tricolore”.

In particolare - aggiunge la Cia - la spesa alimentare delle feste natalizie sarà così ripartita: carni e salumi (18,5%); pesce (11,8%); pasta e pane (14,2%); formaggi e uova (13,1%); ortaggi, conserve, frutta fresca e secca (15,3%); vini, spumanti e altre bevande (14,7%); pandori, panettoni, torroni e dolci in generale (12,4%).

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