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FIDUCIA, QUALITÀ, RITORNO ALLA TERRA DELLE NUOVE GENERAZIONI E OPPOSIZIONE AGLI INVESTIMENTI SPECULATIVI. COSÌ CARLO PETRINI SUL FUTURO DELL’AGROALIMENTARE ITALIANO CHE, PER L’ULTIMO STUDIO SUL LAND GRABBING IN UE, È NELLA MORSA DELLA SPECULAZIONE

Non Solo Vino
Carlo Petrini

La fiducia è la key word, insieme alla qualità e al ritorno alla terra delle nuove generazioni, opponendosi agli investimenti speculativi. Il presidente di Slow Food, Carlo Petrini, parla del futuro del mondo agroalimentare italiano. Un futuro che ha le sue ombre, fra cui, appunto, la speculazione finanziaria che attanaglia la terra anche in Europa dove si sta diffondendo il Land Grabbing (il 3% dei grandi proprietari ha metà delle terre dell’Ue) facilitato, dice lo studio”Land concentration, land grabbing and people’s strugge in Europe” del Coordinamento Europeo Via Campesina (Ecvc) e da Hands Off the Land (Hotl), dalla Politica Agricola Comune (Pac) che favorisce grandi aziende a discapito di piccoli produttori e giovani.

“La fiducia è fondamentale - spiega Petrini - senza fiducia non si cambia il mondo. Informazione e trasparenza, coerenza, sostenibilità e rispetto. Sono questi gli ingredienti che hanno portato il settore agroalimentare a ritrovare stabilità e a crescere, diventando il punto d’onore dell’Italia nel mondo”, continua il fondatore di Slow Food, portando come esempio nel suo intervento al Salone del Risparmio di Milano (17/19 aprile) la dura battaglia condotta dalla sua associazione per riconquistare la fiducia nel mondo agroalimentare, dopo lo scandalo del vino al metanolo del 1986. “Naturalmente - precisa - ho parlato di gastronomia e non di finanza”.

Un futuro, quindi, quello del wine & food made in Italy che comunque ha le sue ombre, fra cui proprio la speculazione finanziaria che attanaglia la terra anche in Europa. Secondo lo studio “Land concentration, land grabbing and people’s strugge in Europe”, la concentrazione e l’accaparramento delle terre fertili stanno raggiungendo livelli senza precedenti anche in Europa: il 3% dei proprietari agricoli detiene metà di tutte le superfici agrarie europee. Un Land Grabbing che colpisce l’Ue come nel Sud del mondo, e che, secondo lo studio, è favorito dall’attuale Politica Agricola Comune (Pac) che facilita le grandi aziende a discapito dei piccoli produttori e dei giovani che vorrebbero avviare un’impresa. La concentrazione della proprietà fondiaria in Europa, infatti, sarebbe paragonabile a quella registrata in Brasile, Colombia e nelle Filippine. Dall’indagine emergerebbe, inoltre, un’accelerazione del fenomeno negli ultimi decenni, soprattutto nei paesi dell’Est, dove la terra starebbe diventando “merce sempre più soggetta alla speculazione finanziaria”.

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