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“FIERAGRICOLA” (VERONA, 2/5 FEBBRAIO) - LA CRISI A TAVOLA SI BATTE CON “LA SPESA IN CAMPAGNA”. RISPARMI FINO A 1.680 EURO L’ANNO. ACQUISTI IN AZIENDA A +15%. “BOOM” CHE SI SPIEGA CON QUALITÀ DELLE PRODUZIONI E ... SI RECUPERANO SAPORI PERDUTI

Vincere la crisi si può, almeno a tavola. Il segreto è nella “spesa in campagna”, che unisce la possibilità di risparmiare comprando direttamente dagli agricoltori alla certezza di mettere nel piatto prodotti di assoluta qualità. Un binomio che piace sempre di più agli italiani: solo nell’ultimo anno gli acquisti in azienda sono cresciuti del 15%, in netta controtendenza rispetto all’andamento generale delle più “classiche” forme distributive, ferme al palo nel 2011 con la sola eccezione dei discount. Lo afferma la Cia - Confederazione Italiana Agricoltori, che ha scelto Fieragricola n. 110 per festeggiare il successo della sua rete nazionale di vendita diretta, creata nel 2008 in Puglia a partire da un sito di incontro tra domanda e offerta e ormai allargata all’intero territorio nazionale. Tra i prezzi pagati ai produttori e quelli pagati dai consumatori - osserva la Cia - ci sono rialzi addirittura di dieci volte, complici i troppi intermediari e la speculazione sui listini. Una catena che può essere spezzata mettendo in contatto diretto agricoltori e famiglie e “tagliando” di fatto gli innumerevoli passaggi della filiera agroalimentare che gonfiano i prezzi dei prodotti dal campo alla tavola. Con un risparmio fino al 30% sulla tradizionale catena distributiva.
Secondo i nostri calcoli - spiega la Cia - su un budget medio mensile per alimentari e bevande di 467 euro a famiglia (dati Istat), la “spesa in campagna” fa spendere circa 140 euro in meno. Moltiplicato su dodici mesi, significa un risparmio annuo di ben 1.680 euro per nucleo familiare. Non poco, quindi, soprattutto se si considera che la crisi economica ha costretto una famiglia su tre a “tagliare” il carrello alimentare, mentre tre su cinque hanno dovuto modificare il menù quotidiano e oltre il 30% ha scelto di rivolgersi quasi esclusivamente agli hard-discount e alle promozioni commerciali.
La vendita diretta in azienda agricola non è solo sinonimo di risparmio, ma anche di qualità. Il numero sempre crescente di consumatori che sceglie di fare la spesa nei campi - continua la Cia - può dire di aver recuperato la completa tracciabilità dei cibi, con la piena garanzia della salubrità e della bontà di produzioni e trasformazioni, tutte rigorosamente “naturali” e “made in Italy”. Un valore che sempre più famiglie ricercano a tavola. Secondo un recente studio della Confederazione, infatti, ben l’83 per cento degli italiani preferisce il prodotto nazionale, mentre il 62% ritiene che il biologico sia più sicuro (www.laspesaincampagna.net c’è anche una guida ai prodotti “bio”).
Inoltre, nelle aziende agricole si possono riscoprire ogni giorno gusti genuini, sapori perduti e specialità del territorio. Perché oltre a frutta, verdura, olio, vino, latte, formaggi, conserve e marmellate - sottolinea la Cia - gli agricoltori mettono in vendita anche prodotti sfiziosi e creazioni culinarie innovative che non trovano spazio nella Grande distribuzione organizzata. Come le pappe per la prima infanzia alla mela “zitella” o “limoncella”, cultivar antichi che riportano i bambini del terzo millennio indietro nel tempo, fino agli inizi del Novecento. E poi ci sono i cioccolatini all’aglio e il passito “muffato”, senza dimenticare l’agrigelato e l’agrisalumeria, che a ciclo chiuso in azienda trasforma il maiale in porchetta.
Nessun problema nemmeno per individuare l’azienda agricola più vicina a casa: basta utilizzare il Gps. Infatti le aziende che aderiscono al progetto “spesa in campagna” della Cia sono state mappate con tecnologia satellitare. Basta quindi acquisire i percorsi sul proprio TomTom e farsi guidare fino in azienda - conclude la Cia - rendendo la spesa sui campi accessibile in tutto e per tutto.

Focus - Nelle campagne italiane a caccia dei prodotti più sfiziosi della nostra agricoltura: palle praline di finissimo cioccolato aromatizzato all’aglio ai mattoni di argilla e paglia, passando per la cosmesi al latte di pecora e le fritture di gerani: 500 le nuove ghiotte “invenzioni”
Anche il “Lupo cattivo” rimarrebbe a bocca aperta nello scoprire che la casina di paglia non va più in frantumi con il suo poderoso soffio. È la stessa sorpresa che proverebbe un’elegante signora nel ricevere un bouquet di fiori fritti nella pastella o un bambino nel rendersi conto che i cioccolatini all’aglio non sono uno scherzo di carnevale ma una prelibatezza tutta da gustare. Per non parlare della delusione di Poppea nell’accorgersi che il suo elisir di bellezza al latte d’asina non vale quanto quello di latte di pecora o di olio extravergine. Uno stupore che invece non coglie quegli agricoltori che fanno della creatività e dell’innovazione il loro lavoro e reddito quotidiano. Sono più di 500 i prodotti che ogni anno nascono nelle aziende agricole e che generano un fatturato complessivo quantificabile in più di 150 milioni d’euro.
Tutte novità a grande valore aggiunto che non hanno trovato ancora una collocazione nel grande mercato organizzato, ma che si possono comprare direttamente nelle aziende agricole. A mettere in luce questo segmento del settore è la Cia-Confederazione Italiana Agricoltori, per Fieragricola 2012, di scena a Verona, ha rilanciato l’ambizioso progetto “La spesa in Campagna”: una rete di aziende geo-referenziate, facilmente rintracciabili grazie ad un agile portale web (www.laspesaincampagna.net) e da un semplice software pensato per i navigatori satellitari in uso nelle auto.
Nelle oltre 2000 aziende - specifica la Cia - già presenti nel circuito è possibile trovare praticamente tutto quello che può offrire l’agricoltura italiana, quindi, non solo produzioni esclusive, rare o millenarie ma anche alimenti tradizionali, tipici e a denominazioni protette. Oli, vini, cereali, confetture, distillati, liquori, dolciumi, formaggi, carne ma anche ortofrutta, tinte e tessuti naturali. Un’enorme banca dati che va dagli omogeneizzati di frutta antica al “baccellone” e all’aglio affumicato.
“La spesa in campagna” svela - continua la Cia - in questo modo un’agricoltura che, pur tra mille difficoltà, è viva e vitale e anche molto innovativa. Così si scopre che in Umbria c’è un giovane imprenditore che produce materiali per la bioedilizia, utilizzando tutti prodotti naturali al 100%, principalmente argilla e paglia. In Toscana c’è chi si è specializzato nella trasformazione di nuovi formaggi ovini come la “tricotta divina”, oltre a realizzare una linea di alta cosmesi utilizzando solo latte di pecora e olio extravergine. Nelle Marche c’è addirittura uno chef-agricoltore che cura le sue serre di fiori per poi proporli a tavola in deliziose fritture dorate in pastella. In Piemonte, invece, un’azienda tutta al femminile produce e trasforma l’aglio di Caraglio in mille modi: oltre a un’intera linea di prodotti come creme, mousse e cioccolatini, l’azienda piemontese ha inventato un’originale metodo di affumicatura, eccezionale per la conservazione del prodotto. In un’azienda agricola del Molise, invece, si trovano omogeneizzati e “pappette” biologiche realizzate con antiche varietà di frutta, nel totale rispetto della tutela della biodiversità. Nel Lazio un’agricoltrice realizza mix di erbe officinali e aromatiche per condire pane e carne come nessun altro.
Insomma - conclude la Cia - non c’è angolo del Paese dove non ci sia qualcosa di veramente interessante da scoprire, assaggiare e acquistare. La “Spesa in campagna” nasce proprio con l’obiettivo di “indirizzare” i consumatori verso queste aziende agricole, attivando così una connessione virtuosa.

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