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IL “RISIKO” DEGLI EVENTI

Fiere, tra Milano (Tuttofood) e Parma (Cibus) si lavora ad una alleanza strategica sul cibo

Fiera Milano: in corso una serie di approfondite analisi per configurare una ipotesi di partnership con e Fiere di Parma”
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Fiera Milano conferma le trattative con Fiere di Parma sul tema del cibo

Che uniti si vinca è un fatto, (quasi) in ogni campo. E che la pandemia abbia imposto l’accelerazione di processi in atto, è altrettanto assodato. Discorso che vale anche per il mondo delle fiere e degli eventi, che, dopo aver perso oltre il 70% del fatturato nel 2020 (sul 2019), ha visto un piccolo recupero nel 2021, e guarda ad un futuro ancora incerto, ma che sarà diverso. Con i grandi player che guardano anche ad alleanze strategiche su alcuni asset. Compreso quello del cibo, dove è confermata dalle parti, ovvero Fiera Milano, che organizza la fiera biennale TuttoFood (ad oggi la prossima edizione è prevista dall’8 all’11 maggio 2023), e Fiere di Parma, che firma la fiera annuale Cibus (insieme a Federalimentare, ed è in calendario al 3 al 6 maggio 2022), l’ipotesi di una partnership che ancora, però, è tutta da scrivere, e che probabilmente vivrà uno step più concreto non prima della prossima estate. Secondo le indiscrezioni di quotidiani come “La Repubblica” ed il “Sole 24 Ore”, il tema al centro della trattativa sarebbe la cessione da parte di Milano di Tuttofood, in cambio di quote azionarie della Fiera di Parma, con un aumento di capitale dedicato, secondo “Il Sole 24 Ore”, con l’obiettivo ultimo di creare una grande fiera dell’agroalimentare capace di competere con colossi come l’Anuga della Fiera di Colonia, ed il Sial di Parigi.
“In riferimento alle notizie pubblicate da alcuni organi di stampa, Fiera Milano Spa conferma che sono in corso una serie di approfondite analisi da parte del management e di advisor, per configurare una ipotesi di partnership tra la Società e Fiere di Parma.
A questo riguardo, si precisa che allo stato attuale la potenziale operazione non è ancora stata oggetto di delibera approvativa da parte degli organi delle rispettive società in quanto sono ancora in corso le opportune verifiche circa la fattibilità della stessa. La Società continuerà a monitorare l’informazione e se ne darà comunicazione secondo le norme applicabili”, spiega una nota ufficiale di Fiera Milano.
Un progetto, quello tra Milano e Parma, di cui si parla da tempo, in realtà (e che toccherebbe anche altri asset, oltre a quello del cibo) ma tutt’altro che semplice da concretizzare. Anche perchè entrambe le fiere, di fatto, sono controllate da azionisti pubblici e, quindi, oltre che da logiche di impresa, anche da logiche politiche. Perché se il socio di maggioranza relativa di Fiere di Parma è una banca come Credit Agricole, che detiene il 32,4% delle azioni, oltre il 50% è in mano al “pubblico”, ovvero al Comune di Parma e alla Provincia di Parma, con il 19,58% a testa, dalla Regione Emilia-Romagna, con il 5,08%, e dalla Camera di Commercio di Parma, con il 12%. Mentre sul fronte milanese, l’azionista di maggioranza è l’Ente Autonomo Fiera Internazionale di Milano, che detiene il 63,8% (ed il cui Consiglio Generale, da cui viene formato il Comitato Esecutivo, come da statuto è, in larga parte, espressione di Regione Lombardia, Comune di Milano, Città Metropolitana di Milano, Camera di Commercio di Milano-Monza-Brianza-Lodi, oltre che della Presidenza del Consiglio dei Ministri e di rappresentati dei diversi settori economici, ndr). Ma la trattativa è in atto, e il mondo, anche quello delle fiere, sta cambiando rapidamente.

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