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FILOSOFIA DEL GUSTO

“Filosofando” con cibo e vino, anche l’esperienza gustativa diventa estetica. Così Nicola Perullo

Gusto, gastronomia e vino proposti in chiave filosofica ed estetica dall’autore dei volumi “L’altro gusto” e “Epistenologia. Il Vino come filosofia”

È possibile filosofare con tutto, pertanto anche il gusto e la gastronomia possono costituire materia di indagine filosofica e di esperienza estetica. Lo sostiene Nicola Perullo, docente di Estetica all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, nella seconda edizione ampliata arricchita e rielaborata del suo libro “L’Altro gusto. Per un’estetica dell’esperienza gustativa” , edito da Edizioni ETS (2021, pp. 254, prezzo di copertina 19 euro).
Tuttavia un’estetica gustativa può costituirsi solo a patto di impegnarsi in un percorso storico-critico e teorico, molto più complesso delle semplificazioni e lontano dalla retorica che spesso oggi appesantisce la gastronomia. Perullo nel suo testo offre una serie di analisi storico-critiche che legano l’esperienza gustativa all’estetica filosofica , attraverso confronti tematici con autori come Hume, Gibson, Dewey, Ingold, Lévinas. Inoltre l’autore propone anche alcune ipotesi teoriche per pensare l’esperienza gustativa secondo gli assi teorici dell’estetica relazionale, partecipativa ed ecologica . Leggendo “L’altro gusto” partecipiamo ad una discussione di ampio raggio che spazia dal problema della subordinazione filosofica del gusto fino a quello della sua riabilitazione, dalla questione della critica a quella della creatività della percezione gustativa e della cucina, dal rapporto tra arte e artigianato, all’ambivalenza del dolce come sapore e come sapere, fino all’olfatto e al vino.
E proprio il vino letto in chiave filosofica è il protagonista di una nuova edizione aggiornata ed ampliata del libro di Perullo, “Epistenologia. Il Vino come filosofia”, edito da Mimesis ( 2021, pp. 214, prezzo di copertina 16 euro). L’autore vi suggerisce una filosofia con il vino, dove il con “insieme a”, ma anche “attraverso” il vino, apre alla coscienza, alla consapevolezza, alla compassione, alla connivenza e alla comunicazione. Mettendo in questione la modalità convenzionale e moderna di apprezzamento del vino, basata sull’analisi sensoriale e sulla frammentazione secondo l’imitazione del metodo scientifico analitico, Perullo propone una via alternativa che percorre i sentieri di un radicale relazionismo. Il vino diventa così paradigma di un’esperienza relazionale. Nell’incontro con il vino si intersecano immagini e traiettorie e si danno possibilità e creazioni sempre nuove. Attraverso un approccio che sensibilizza all’attenzione e all’ascolto, potenzia l’immaginazione, educa alla creatività della percezione e responsabilizza alle scelte che compiamo, Perullo propone una sorta di guida per “imparare a imparare”, grazie ai nodi creati dall’incontro tra noi e il vino. Un saggio per scoprirsi, con la coda dell’occhio e la sensibilità della lingua.

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