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FINALMENTE RITORNA LA “VERA” FIORENTINA SULLE TAVOLE DEGLI ITALIANI

“Torna finalmente sulle tavole degli italiani la “vera” Fiorentina che, per tradizione viene da animali di 30 mesi, grazie all’approvazione da parte dell’Unione Europea del regolamento che innalza da 24 a 30 l’età dei bovini ai quali è consentito mantenere la colonna vertebrale”: così commenta la notizia che arriva da Bruxelles, Confagricoltura, soddisfatta per la definitiva chiusura della vicenda Bse.
Confagricoltura ricorda che il periodo di quarantena per questo prelibato taglio di carne, che da sempre fa parte della tradizione culinaria del nostro Paese, era cominciato il 7 Febbraio 2001, con le misure prese proprio in seguito alla crisi della Bse.
Diagnosticata, per la prima volta, nel Regno Unito, nel 1986, la “malattia della mucca pazza” ha raggiunto proporzioni epidemiche tanto da costituire un vero e proprio problema di sanità pubblica, a seguito della scoperta di un possibile legame tra la BSE e la variante umana, malattia di Creutzfeldt-Jakob, diagnosticata per la prima volta nel 1996. Nel Novembre 2001, il Comitato veterinario permanente dell’Unione Europea aveva avviato le verifiche per riconsiderare l’obbligo di “disossare” la carne proveniente dai capi con più di 12 mesi di età. Il primo gennaio 2006, viene tramutata in norma la decisione del Comitato permanente per la catena alimentare di innalzare da 12 a 24 mesi l’obbligo di asportazione della colonna vertebrale dai bovini.
Nell’ottobre 2007 la decisione del Comitato permanente per la Catena Alimentare, di innalzare il vincolo a 30 mesi; poi i tre mesi entro i quali il Parlamento europeo avrebbe potuto opporsi. Quindi l’approvazione dal parte del Consiglio, a marzo.
“Ora la situazione è tornata alla completa normalità - conclude Confagricoltura grazie alla severa attività di prevenzione e sorveglianza su tutta la catena alimentare zootecnica, premiando gli sforzi degli allevatori che, per raggiungere questo risultato hanno ridefinito l’intero processo produttivo, con particolare attenzione all’alimentazione ed al benessere degli animali”.

In particolare - L'allevamento bovino in Italia
Gli allevatori nazionali hanno aumentato nelle stalle gli esemplari di razze autoctone e oggi l’Italia può contare su 120.000 animali riconducibili alle cinque storiche razze italiane con un aumento di oltre il 20% rispetto a prima della crisi mucca pazza scoppiata nel 2001. Ad essere “salvato dall’estinzione” è stato l’intero patrimonio di razze bovine made in Italy come la maestosa chianina (30.000 animali), la romagnola (15.000 animali), la marchigiana (48.000), la podolica (20.000) e la maremmana (5.000).
La decisione comunitaria potrebbe favorire una inversione nel trend negativo nei consumi fatto registrare dalla carne bovina, nel 2007, con un calo del 3,1% sul 2006, quando gli acquisti domestici di carne bovina delle famiglie italiane secondo i dati ismea Ac Nielsen erano risultati oltre le 405.000 tonnellate (23 chili per famiglia acquirente) per un importo di 3,5 miliardi di euro.

I prezzi in tavola - Bistecca: nelle macellerie di Firenze a 22-26 euro kg
Oscilla tra 22 e 26 euro nelle macellerie di Firenze, il prezzo medio di un chilogrammo di carne bovina di razza Chianina per l’ideale bistecca “alla fiorentina”.
Nella grande distribuzione organizzata, invece, a parte le periodiche offerte, il prezzo può arrivare ad un massimo di 22-23 euro, anche se alcune “massaie” optano per la razza Limousine, il cui prezzo al kg può variare tra i 18 e i 20 euro.
Per chi preferisce, invece, gustare la bistecca alla fiorentina al ristorante, a Firenze e a provincia, il prezzo medio si aggira intorno ai 35 euro al chilogrammo, con picchi anche oltre i 40 euro nei locali più importanti.

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