Cambia la composizione degli indici, ma non cambia il trend di crescita del valore del mercato dei fine wine, che, dopo aver chiuso un 2021 da record, secondo i dati della piattaforma di riferimento Liv-Ex, ha iniziato il 2022 in terreno nettamente positivo. A gennaio 2022, infatti, il Liv-Ex 100, indice di riferimento della piattaforma, è cresciuto del +1,8%, anche grazie alle performance dei vini italiani che ne fanno parte, ovvero il Barolo 2016 di Bartolo Mascarello,il Barolo Monvigliero 2016 di Comm. G.B. Burlotto, il Barbaresco 2018 di Gaja, il Barolo Monfortino Riserva 2013 e 2014 di Giacomo Conterno, il Masseto 2016 e 2017 e l’Ornellaia 2018 di Frescobaldi, il Tignanello 2016 e 2018 ed il Solaia 2018 di Antinori, il Sassicaia 2016, 2017 e 2018 della Tenuta San Guido, il Soldera Case Basse 100% Sangiovese 2016, ed il Brunello di Montalcino 2016 di Poggio di Sotto del gruppo ColleMassari (e una delle new entry italiane nell’indice da quest’anno). Ancora meglio fa il Liv-Ex 1000, l’indice più ampio della piattaforma, che cresce di un corposo 3,48%. E mette a segno un importante +2,02% anche l’Italy 100, che nella composizione aggiornata è formato dal Barolo di Bartolo Mascarello (annate dalla 2008 alla 2017), dal Barbaresco di Gaja (2009-2018) dal Barolo Cascina Francia (2008-2017) e dal Barolo Monfortino (2001, 2002, 2004, 2005, 2006, 2008, 2010, 2013, 2014 e 2015) di Giacomo Conterno, e ancora dalle annate dalla 2009 alla 2018 dei grandi supertuscan, ovvero Sassicaia, Tignanello, Solaia, Masseto ed Ornellaia, e ancora dalle annate dalla 2016 alla 2016 (ad eccezione della 2010), del Soldera Case Basse 100% Sangiovese. Un segnale incoraggiante in avvio di un anno che, secondo tutti, dovrebbe segnare davvero l’uscita del mondo dalla pandemia. Evento che, ovviamente, sarà da celebrare a suon di brindisi, stappando, magari, un grandissimo vino italiano.
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