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FISCO, BUONE NOTIZIE DI FINE ANNO PER L’AGRICOLTURA: CON LA LEGGE DI STABILITÀ TORNA LA POSSIBILITÀ PER LE IMPRESE AGRICOLE DI OPTARE PER IL REGIME FISCALE SUL BILANCIO O SULLA RENDITA CATASTALE. VIA L’IMU SUI FABBRICATI, PIÙ BASSA QUELLA SUI TERRENI

Tra i colpi della crisi, l’annoso problema della contraffazione e le proteste che hanno spaccato al filiera agroalimentare italiana sul concetto di made in Italy, qualche buona notizia di fine anno, per l’agricoltura del Belpaese, sembra arrivare. A partire dal via libera alla riforma della Politica Agricola Europa, arrivata con l’ok del Consiglio Europeo, che porterà all’Italia risorse per 52 miliardi di euro noi prossimi 7 anni, ma non solo. Grazie ad una proposta della Commissione Agricoltura, un emendamento alla Legge di stabilità recepito in Commissione Bilancio, “le imprese agricole costituite in forma di società di persone o di captali, di optare tra la determinazione del reddito su base catastale piuttosto che in base al bilancio”. Lo spiega in una nota il presidente della Commissione Agricoltura Luca Sani (Pd). In estrema sintesi, l’emendamento riporta la situazione a prima della Legge di Stabilità del 2012, che di fatto aveva eliminato questa possibilità, per cui un’impresa agricola potrà sceglier se pagare le tasse sul reddito d’impresa, o sulla rendita catastale, solitamente molto più vantaggiosa. “La norma che nel 2013 ha impedito alle imprese agricole di fare questa scelta, era stata introdotta dalla precedente Legge di stabilità - spiega Sani - al fine di rendere neutra sul piano fiscale la scelta della forma giuridica di esercizio dell’impresa, con l’obiettivo di dotare il settore agricolo di aziende più strutturate per affrontare le sfide della crescita e dell'internazionalizzazione. Tuttavia, la cancellazione del regime fiscale agevolato per le imprese già costituite, che avevano esercitato l’opzione prima del 2013, ancorché prorogata per gli anni 2013 e 2014, ha creato evidenti difficoltà a quelle imprese che avevano costruito i loro piani di investimento sulla base di business plan di medio e lungo periodo (15-20 anni). Come nel caso della produzione in ambito agricolo di energie rinnovabili, che si sono trovate costrette a riformulare con banche e istituti finanziari le loro forme di finanziamento, con evidenti aggravi di costi e possibili casi di default”. “È ciò che volevamo, avevamo insistito su questo - commenta a WineNews Nicola Caputo, responsabile dei Servizi Fiscali di Confagricoltura l’abrogazione della norma nella legge di stabilità dell’anno scorso era insensata. Non si può pensare che un’impresa faccia un investimento a lungo termine con un certo regime fiscale, e che poi di colpo arrivi lo Stato a cambiare le regole del gioco”. Ma buone notizie arrivano anche sul fronte Imu: i fabbricati strumentali non la pagheranno, e il moltiplicatore di quella sui terreni è ridotto da 110 a 75 ...

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