Non c’è pace per il foie gras, uno dei prodotti simbolo dell’enogastronomia francese, amatissimo dai gourmet di tutto il mondo, ma spesso osteggiato dalle organizzazioni animaliste per le condizioni di produzione a cui vengono costrette le oche, che in alcuni casi, come successo negli anni scorsi in California, ma anche di recente sugli scaffali di alcune catene di supermercati in Europa e in Italia, come Pam e Panorama. Solo che ora non è una campagna di opinione, bensì l’influenza aviaria che è tornata a manifestarsi nel Paese a fine 2015 a far tremare i produttori.
Secondo Christophe Barrailh, presidente del “Comité Interprofessionnel des Palmipèdes à Foie Gras” (Cifog, http://lefoiegras.fr/), la produzione “diminuirà di almeno un terzo nel 2016 nel sud-ovest della Francia”, con perdite stimate sui 350 milioni di euro. E qualcuno azzarda che i volumi produttivi rischiano un taglio di addirittura il 50%. E come se non bastasse, il Giappone, che è uno dei principali importatori mondiali di foie gras, già da fine 2015 ha messo al bando l’import del prodotto made in Francia.
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