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“VINITALY 2023”

Fondazione SOStain Sicilia: nuove sfide di uno dei primi progetti di sostenibilità “di territorio”

A partire dalla partnership col Consorzio Vini Etna per avvicinare al protocollo le aziende piccole e assisterle nelle buone pratiche sviluppate

Trentasette soci iscritti (erano 14 nel 2021), 22 aziende certificate (erano 5 sempre nel 2021) con 32.000 ettari di vigna associati di cui 5.000 certificati. Ma, numeri in crescita a parte, comunque significativi, nel futuro della Fondazione SOStain Sicilia, uno dei primi progetti sulla sostenibilità “di territorio” e a 360° nel vino italiano e in Italia, nata nel 2020 su impulso della Doc Sicilia e di Assovini Sicilia per promuovere un programma di buone pratiche misurabili utili a proteggere il nostro eco-sistema, sono molte le novità importanti che hanno coinvolto nuove istituzioni, nuove associazioni e nuovi sponsor-partner (il Consorzio di Tutela Vini Etna, l’azienda Amorim Cork Italia e la Fondazione Allianz Umana Mente) attivi nel contribuire alla causa di un’associazione che vuole essere comunità soprattutto e un traino per una sostenibilità sempre più diffusa e condivisa. A presentarli, a “Vinitaly 2023”, il presidente della Fondazione Alberto Tasca.
È fresca di firma, il 2 aprile 2023, la convenzione siglata col Consorzio Tutela Vini Etna: “abbiamo subito aderito alla partnership con SOStain - ha spiegato il presidente del Consorzio Etna, Francesco Cambria, nell’incontro a Verona moderato dal conduttore Rai Federico Quaranta - non appena Alberto Tasca ci ha chiesto di trovare un modo di avvicinare al protocollo le aziende piccole, assistendole lungo un percorso che è difficile e oneroso. L’Etna è un territorio caratterizzato da questo tipo di cantine e credo che questa adesione sia solo l’inizio per arrivare a trasformare l’intera denominazione - non solo le singole aziende - in un territorio interamente certificato”. Rimane quindi inalterato l’obiettivo di SOStain Sicilia di diffondere le buone pratiche fin qui sviluppate, cercando di dare una mano a chi non ce la fa per i più svariati motivi.
Rientra nello stesso spirito di equità sociale l’accordo chiuso con Fondazione Allianz Umana Mente: si chiama “EduSOStain” e coinvolge soggetti vulnerabili - persone con disagio psichico o giovani a rischio di emarginazione sociale - che, tramite le cantine e la formazione che gli garantiranno, potranno accedere ad un futuro possibile. L’agricoltura sostenibile sarà ovviamente l’argomento di formazione e troverà due concrete applicazioni: una gestita in collaborazione con il Progetto Itaca (https://www.progettoitacapalermo.org/index/) che prevede l’allestimento e la cura quotidiana di un orto sociale e biologico e la gestione di un punto vendita nella città di Palermo; la seconda prevede invece corsi di formazione sia in ambito agricolo, che di marketing e commercio, di una gestione sostenibile delle coltivazioni.
Amorim Cork è invece un nuovo sponsor della Fondazione e come tutti gli sponsor sono anche parte attiva del progetto. In questo caso la collaborazione parte ovviamente con il progetto Etico, che si occupa della raccolta e il riciclo dei tappi di sughero per produrre, in questo caso, il tappo Xpür Vintage Qork, il quale contiene la più alta percentuale di sughero sul mercato. Ma non si limita a questo: i principi su cui si fonda SOStain sono, infatti, condivisi dall’azienda di origine portoghese, che ha fatto propria anche la sostenibilità sociale aderendo al progetto Family Audit, strumento di gestione delle risorse umane, che punta ad aiutare la conciliazione vita privata-lavoro, alla parità di trattamento dei propri dipendenti e alla loro soddisfazione lavorativa. “Siamo convinti di poter contribuire con la nostra esperienza alla riflessione sulla sostenibilità a 360 gradi cui SOStain si ispira”, ha commentato Carlo Veloso do Santos, ad di Amorim Cork Italia.
Continua invece la collaborazione con I-O, azienda internazionale leader nella produzione di contenitori di vetro - rappresentata dal marketing manager Ernesto Ghigna - che è riuscita a costruire tramite SOStain una filiera completa (che coinvolge i consumatori, le municipalità e l’azienda Sarco, che tratta il vetro per renderlo pronto alla fusione) in grado di produrre bottiglie di vino composte al 90% da vetro riciclato siciliano, leggere (poco più di 400 grammi) e marchiate con un logo appositamente disegnato per SOStain. Una bandiera di sviluppo locale nient’affatto scontata, unica in Italia, resa possibile da una lunga catena di persone responsabili che hanno deciso di coordinare le proprie energie per arrivare a produrre a maggio 2023 il primo lotto di bottiglie a “economia a circuito chiuso”.
Come chiunque che si occupa seriamente di sostenibilità ambientale, anche la Fondazione deve però affrontare un problema serio di comunicazione. Secondo uno studio di Wine Meridian presentato dal direttore editoriale Fabio Piccoli, infatti, se da un lato i consumatori scelgono i prodotti in base all’origine, prezzi e fattori “green” - premiando gli sforzi delle aziende che lavorano in modo trasparente, responsabile e poco impattante sull’ambiente - dall’altro oggi regna confusione sul termine “sostenibile”. Questo concetto infatti contiene dentro di sé molte variabili - dalla tutela del paesaggio alla salubrità del suolo, dell’acqua e del prodotto stesso, dalla gestione sociale dignitosa a quella olistica dell’ambiente - che disorienta e disaffeziona i consumatori o addirittura li allontana, perché abusato, usato a lungo in modo improprio, o come specchietto delle allodole. Addirittura perché richiama problemi enormi e complessi che le persone hanno l’impressione di non poter risolvere. Le tante certificazioni esistenti di certo non hanno aiutato.
Se però la credibilità delle singole aziende ha perso terreno, fra i consumatori cresce la fiducia nei territori sostenibili, dove c’è coerente, senso di responsabilità e comunità diffusa. Una sensibilità che la Sicilia sta iniziando ad intercettare, proprio perché le attività della Fondazione SOStain sono nate dalla collaborazione spontanea di una manciata di attori principali, che hanno fortemente voluto coinvolgere colleghi, istituzioni e ricerca per un progetto condiviso, chiaro e praticabile (grazie anche al continuo scambio fra il comitato scientifico e il comitato organizzativo della Fondazione). “Un patto fatto fra aziende, fra ricerca e tecnica, fra l’associazione e i consumatori che cerca di trovare un equilibrio - secondo Lucrezia Lamastra, responsabile del Comitato scientifico della Fondazione - fra il chiedere tanto senza chiedere troppo, fra tendere allo sviluppo senza depredare”, tenendo al centro il benessere della natura e della Sicilia. “In questo senso credo che il gruppo di SOStain sia uno dei più avanzati e visionari oggi esistenti - ha riassunto Stevie Kim, managing director di Vinitaly International - che sintetizza bene cosa significa sostenibilità e come si può fare, mettendosi alla guida di un percorso possibile”.

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