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Fonte Ansa - L’Osservatorio Waste Watcher conferma le buone abitudini degli italiani, che però continuano a buttare 145 kg di cibo l’anno per famiglia. L’occasione è la “Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare” n. 4

Nonostante il fatto che l’80% degli italiani, quando si trova di fronte a un alimento appena scaduto, controlla che non sia andato a male e lo riutilizza - contro un 13% che lo getta, un 4% che lo regala a qualcuno e il 3% che lo utilizza per nutrire animali - lo spreco alimentare è comunque presente nel nostro Paese: avviene per il 75% nelle case, e ammonta a 145 chili all’anno per famiglia, per un costo di 360 euro. A dirlo i dati dell’Osservatorio Nazione Waste Watcher di Last Minute Marekting/Swg, comunicati oggi per la “Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare” n. 4 del 5 febbraio, promossa dal Ministero dell’Ambiente, per la campagna “Spreco Zero”.
Inoltre, puntualizzano i dati dell’Osservatorio, solo sei italiani su dieci (il 59% del campione) sono a conoscenza della nuova “legge antispreco” entrata in vigore lo scorso agosto, e solo uno su dieci ne conosce i contenuti. E ancora, in un certo senso, gli italiani sono scettici sull’introduzione della “Family Bag”, ovvero il contenitore in cui inserire gli avanzi di un pasto fuori casa per evitare che venga cestinato dai ristoratori: sebbene i quattro quinti del campione lo considerino efficace per combattere lo spreco di cibo, e il 73% lo reputi efficace e/o funzionale, cinque intervistati su dieci teme che non sarà supportato dal mondo della ristorazione, e tre su quattro sperano che il contenitore abbia un design elegante, allo scopo di “superare la timidezza nel portarsi il cibo avanzato a casa”.
Per il comportamento quotidiano degli italiani nei confronti dello spreco alimentare, infine, un 22% del campione è “virtuoso”, il 57% mette in atto comportamenti di sensibilità e prevenzione (davvero attenti il 28% e attenti per necessità il 7%), mentre il 43% è incurante o manifesta comportamenti incoerenti (27%), spreconi (12%) e disinteressati (4%). 

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